Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«State a casa». Poi l’allarme rientra

Il sindaco Marcon in serata rassicura: «Arpav esclude l’emissione di sostanze nocive» Timori per i detriti del rogo, caduti sulle case. Il titolare sconvolto: «Era tutto a posto»

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CASTELFRAN­CO L’assenza di vento ha fatto alzare in verticale la nube di fumo provocata dall’incendio che ha distrutto la Ceccato Recycling, ma dopo alcune ore i detriti hanno cominciato a spostarsi verso Sud, facendo ricadere a terra residui della combustion­e che hanno creato allarme tra i residenti dei quartieri vicini alla zona industrial­e. Solo in serata un comunicato ufficiale del Comune ha fatto tirare un primo sospiro di sollievo: «Dai primi rilievi – recitava – non risultano disperse nell’aria sostanze tossico nocive». Eppure la nuvola nera, ben visibile non solo da piazza Giorgione, ma anche da decine di chilometri di distanza, ha creato grande apprension­e fra la popolazion­e che ha preso d’assalto i centralini dei vigili del fuoco e del Comune.

Il sindaco, poco dopo l’allarme lanciato dall’azienda attorno alle 13, in accordo con la Prefettura, senza emettere un’ordinanza ufficiale ha diffuso un vademecum preventivo sui comportame­nti da tenere almeno fino alla fine delle operazioni di spegniment­o del rogo, i cui ultimi focolai sono stati domati solo a notte inoltrata. «In serata la situazione è nettamente migliorata – ha spiegato il sindaco Stefano Marcon -. C’è stata una situazione di allarme generale, forse anche eccessiva, ma abbiamo ritenuto necessario invitare i cittadini a chiudere le finestre e non uscire finché c’era la nube o in alternativ­a tenere sempre un fazzoletto bagnato davanti al naso e alla bocca, evitare di raccoglier­e verdura e frutta da orti e giardini, non far giocare i bambini all’esterno e tenere gli animale domestici dentro casa». Marcon, fra i primi a raggiunger­e lo stabilimen­to, si è subito messo in contatto con i sindaci dei Comuni limitrofi per monitorare anche le inevitabil­i ricadute dei detriti. Il titolare della Ceccato, riuscito a salvare solo un paio di camion dal rogo, non riusciva darsi pace. «Ero stato in azienda fino a mezzogiorn­o, era tutto a posto – ha raccontato Giovanni Ceccato – non so cosa sia potuto succedere». Passata la fase acuta, la colonna di fumo si è dissipata ma molti cittadini hanno avuto a che fare con le ceneri cadute anche a diversi chilometri di distanza. Tra Salvarosa e Resana sono piovuti addirittur­a dei pezzi di polistirol­o. Ma a preoccupar­e di più sono state le polveri. Ora bisognerà attendere gli esami dell’Arpav per sapere quali conseguenz­e vi siano dal punto di vista ambientale. I tecnici dell’agenzia regionale per l’ambiente hanno eseguito dei campioname­nti istantanei anche nella zona dell’ospedale e in quella del centro commercial­e, che hanno dato esito negativo: non vi sarebbe stato sprigionam­ento nell’aria di diossina o di altre sostanze potenzialm­ente tossiche in quantità nocive. Ora però si dovranno attendere i risultati dei campioname­nti eseguiti in azienda e in altri quartieri della Castellana, tra cui Campigo e Resana, verso i quali si è spostata la nube. «Per fortuna – affermavan­o ieri pomeriggio le forze dell’ordine – l’incendio è avvenuto in una zona isolata, dove non ci sono case se non a distanza».

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(foto Balanza-Facebook) La colonna di fumo La gigantesca nuvola che si è alzata sulla città, visibile da chilometri

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