Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
In fumo tre decenni di lavoro Zago: «Impresa seria e affidabile»
CASTELFRANCO Anche il mondo dell’impresa e del riciclo di materiali è colpito da quanto successo a Castelfranco, alla Ceccato Recycling.
L’azienda, nata nel 1980, opera nel settore del recupero e riciclaggio dei rifiuti speciali e non domestici, collaborando con aziende grandi medie e piccole soprattutto della Marca, sia nel pubblico che nel privato. Si occupa di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti recuperabili e speciali, in particolare carta da macero, materie plastiche e imballaggi in legno, occupandosi anche di trasporto per conto terzi, noleggio di cassoni e consulenze ambientali.
Lo stabilimento castellano lavora anche con il gruppo ProGest, azienda leader in Italia per la produzione di carta. «Dispiace molto sapere quello che è successo – commenta l’amministratore delegato Bruno Zago -. Da almeno dieci anni sono nostri fornitori, compriamo volumi di carta da loro. È un rapporto lungo e di fiducia, e sapere di questo incendio mi dispiace molto». La Ceccato aveva collaborato in passato anche con Contarina, società a partecipazione pubblica del bacino Priula, tramite gara. L’azienda si concentrava però prevalentemente sul circuito industriale e privato, che gestisce cartone e carta in flussi separati con valori superiori rispetto ai rifiuti urbani, quelli che vengono gestiti appunto dai consorzi come Contarina.
Al verificarsi di episodi simili, la mente corre ai fatti più recenti, come il rogo all’impianto di compostaggio di Este, o a quelli più vicini territorialmente, come l’incendio della De’ Longhi di Treviso. L’attenzione delle istituzioni è sempre alta quando si tratta di impianti industriali. L’Ispra, istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (dipendente dal ministero dell’Ambiente) nel 2013 ha fatto una mappatura dei luoghi in cui c’è maggiore pericolo di incidente, per la presenza di impianti e industrie a rischio.
La Marca si colloca nella parte bassa della classifica, e ne conta 17. In Italia c’è una sola provincia senza stabilimenti Rir (classificazione di rischio di incidente rilevante) ed è Matera, mentre il record è di Milano con 69 siti sotto la lente d’ingrandimento dell’Ispra; seguono Bergamo con 48, Brescia con 45 e Ravenna con 37.