Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Da Music e Burri a De Chirico, l’arte negli anni di guerra
I suoi famosi «cavallini» e il paesaggio dalmata proponevano una visione lirica della realtà, evocando luoghi senza tempo che permettessero di superare il doloroso presente. Per autori come Zoran Music la guerra ha segnato – con la penosa deportazione nel campo di concentramento di Dachau - indelebilmente la sua sfera personale e la sua pittura.
I percorsi dell’arte italiana nel periodo storico segnato da due conflitti mondiali e dalle ricostruzioni che ne sono seguite, sono stati caratterizzati da un continuo intreccio tra le proposte destabilizzanti delle avanguardie e la fedeltà alla matrice classica. S’inaugura oggi a Palazzo delle Contesse a Mel, in provincia di Belluno, la mostra «Gli anni delle guerre e delle ricostruzioni 1914-1964», promossa dalla Pro Loco Zumellese in collaborazione con Confindustria Belluno Dolomiti. L’esposizione, a cura di Antonella Alban e Giovanni Granzotto, si compone di 60 opere, tutte provenienti da collezioni private del Triveneto e dunque difficili da vedere, per un excursus che cavalca cinquant’anni attraverso le creazioni di grandi nomi della pittura italiana del ’900: da Giorgio De Chirico a Virgilio Guidi, da Filippo De Pisis a Giorgio Morandi, da Giacomo Balla al già citato Music, da Tancredi Parmeggiani a Massimo Campigli, da Afro Basaldella a Lucio Fontana, da Alberto Burri a Piero Manzoni. Citando De Chirico: «Da qualche tempo c’è qualcosa di cambiato nelle arti; non parliamo di neoclassicismo, di ritorno ecc.; vi sono degli uomini, dei quali probabilmente anche voi fate parte, che, arrivati a un limite della loro arte, si sono domandati: dove andiamo?».
Il progetto della mostra, condiviso con l’amministrazione comunale, offre in tal senso uno spaccato di alcuni momenti innovativi e riflessivi dell’arte italiana, raccontando la necessità di quegli anni di una revisione dei mezzi espressivi dell’intero linguaggio artistico. Il mondo metafisico di De Chirico, il cammino verso l’astrazione di Guidi, le vibranti pennellate di De Pisis, le meditazioni silenziose delle nature morte di Morandi, i tagli di Fontana. Fino al 6 gennaio. www.aitdolomiti.it.