Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

I profughi votano: «Lavoriamo gratis»

Vittorio Veneto, 115 migranti all’unanimità: «A disposizio­ne per ripagare l’ospitalità»

- di Nicola Zanetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VITTORIO VENETO (TREVISO) Hanno votato sì all’unanimità, i 115 profughi del Ceis di Vittorio Veneto: «Lavoreremo gratis per ricambiare l’ospitalità», hanno dichiarato, pronti a mettersi a disposizio­ne dei Comuni che ne faranno richiesta. Puliranno parchi, strade, eseguirann­o piccole manutenzio­ni. Ma molti di loro dovranno affrontare un’altra emergenza: mano a mano che otterranno lo status di rifugiato, dovranno lasciare le strutture di accoglienz­a, restando senza un tetto.

VITTORIO VENETO «Vogliamo fare qualcosa per la comunità. Vogliamo ricambiare chi ci ospita». Lamine, 32enne della Guinea, non ha dubbi. Ha già sperimenta­to la cura del verde al parco Fenderl. E vorrebbe continuare, svolgere altri lavori, stavolta assieme ai compagni di sventura che vivono con lui.

Oltre cento giovani (115 per l’esattezza), di 14 nazionalit­à diverse, impossibil­itati a guadagnars­i una paga, perché bloccati nel limbo di chi attende il diritto d’asilo. Hanno ascoltato attentamen­te ed hanno firmato tutti, senza esitare, un documento vero e proprio, il Patto per il Volontaria­to. Un esercito di migranti è pronto a svolgere lavori socialment­e utili a disposizio­ne di comuni e associazio­ni. Sono i profughi del Ceis di Vittorio Veneto, che Cgil e Cisl hanno riunito in una assemblea per spiegare loro la convenzion­e firmata in estate con l’amministra­zione cittadina ed il protocollo provincial­e siglato a fine settembre in Prefettura a Treviso.

Alla fine, la domanda: «Chi si rende disponibil­e?». Adesione totale, con un obiettivo: fare in modo che l’attività al parco Fenderl (otto di loro già impegnati in questi mesi) non rimanga attività estemporan­ea. I 115 richiedent­i asilo potrebbero a breve cimentarsi in tinteggiat­ure, pulizia strade, allestimen­ti sagre, o lavori stradali, in modo permanente. «Ora chiediamo al sindaco una lista di attività che non si riescono a realizzare per assenza di risorse e di uomini. I ragazzi del Ceis sono a disposizio­ne» spiega Loris Dottor, segretario cittadino della Cgil. Si attendono risposte anche da altre amministra­zioni della Marca, chiunque ne abbia bisogno. Le associazio­ni di volontaria­to garantiran­no assistenza e formazione in queste future attività. «Si tratta di lavoro non retribuito e assicurato in caso di infortunio, come sta scritto nelle convenzion­i – sottolinea Rudy Roffarè (Cisl Treviso-Belluno) Così i migranti migliorano la conoscenza della lingua e imparano un mestiere. Sarà fondamenta­le nel momento in cui verranno buttati allo sbaraglio».

Già, perché questo è ciò che si profila all’orizzonte per molti di loro, una «bolla che sta per esplodere», secondo Nicola Atalmi della Cgil Treviso. Centinaia di profughi in Veneto e nella Marca dovranno lasciare le strutture di accoglienz­a a breve per legge: non solo chi non ha ottenuto il diritto d’asilo perdendo anche il ricorso, ma anche – e sta qui il paradosso – chi ha ricevuto il sì dalle commission­i e dai tribunali. «Al migrante viene riconosciu­to lo status di rifugiato e poi gli si dice: cercati una casa ed un lavoro, arrivederc­i – spiega Atalmi - Dove andrà? I fortunati troveranno ospitalità da privati sperando di trovare un’occupazion­e. Ma gli altri? Se non cambia la normativa ingrossera­nno le file di un nuovo esercito di disperati». Che vagherà alla ricerca di un tetto.

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