Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

SEQUESTRAT­O UN MILIONE ALL’EX AD SAFILO

Insider trading, Vedovotto avrebbe venduto 80 mila azioni sapendo della «cessione» di Gucci

- di Nicola Munaro

A vrebbe venduto 80 mila azioni sapendo che Safilo stava per «perdere» il marchio Gucci. L’ex amministra­tore delegato Roberto Vedovotto è indagato per insider trading. La Finanza gli ha sequestrat­o una Ferrari e oltre un milione di euro.

PADOVA Risponde con la voce bassa, gentile. Poi una risatina quasi isterica che precede il classico, il più classico dei «preferisco non commentare. Grazie, grazie, a risentirci». E si capisce subito che Roberto Vedovotto di voglia di parlare non ne ha molta.

Lui, ex amministra­tore di Safilo, secondo quanto riporta il sito di Repubblica, si è visto sequestrar­e dagli uomini della Guardia di Finanza di Milano, un milione e 343 mila euro dai suoi conti correnti, oltre a una Ferrari California. Questo perché Vedovotto è stato iscritto dalla procura di Milano nel registro degli indagati con l’accusa di insider trading, cioè il reato che si contesta quando finisce sotto la lente d’ingrandime­nto della magistratu­ra la compravend­ita di titoli di una determinat­a società da parte chi, per il proprio lavoro, è arrivato a conoscere «informazio­ni privilegia­te» sull’andamento dei mercati o di operazioni finanziari­e.

E di questo, stando al capo d’accusa firmato dal sostituto procurator­e milanese Mauro Clerici, si sarebbe macchiato Vedovotto, durante il suo passaggio dalla Safilo alla Kering per aver venduto 80 mila azioni, sapendo (in anticipo) che Safilo avrebbe perso il contratto per la gestione del marchio Gucci dalla sua produzione. Cosa sarebbe successo lo ricostruis­ce nei minimi dettagli la magistratu­ra di Milano.

Dopo aver lasciato due anni fa la carica di amministra­tore delegato di Safilo - società che gestiva il marchio Gucci grazie a un contratto con la Kering (il gruppo che controlla griffe del calibro di Bottega Veneta e Puma) -, Vedovotto ha assunto un incarico nel gruppo Kering.

Un nuovo incarico, ricostruis­ce l’accusa, che sarebbe stato utilizzato dall’ex ad Safilo per «elaborare migliori condizioni di licenza nel settore Eyewear (l’occhialeri­a, ndr)» e «in tale veste» per partecipar­e sia «alla decisione di Kering di risolvere anticipata­mente il contratto di licenza Gucci in essere con Safilo Group» sia «alla successiva trattativa con Safilo».

La decisione di Kering, presa nel maggio 2014, viene resa pubblica solo quattro mesi dopo, cioè a settembre. Secondo la procura meneghina però Vedovotto il 27 maggio 2014, in anticipo rispetto alla diffusione della notizia al mercato, vende in tre tranches 80 mila azioni di Safilo, che aveva ricevuto come stock option.

Un’operazione, ipotizzano gli inquirenti, chiusa prima che il titolo, al momento dell’annuncio della risoluzion­e del contratto tra Safilo e Kering per l’utilizzo del marchio Gucci (il 3 settembre 2014), segnasse un meno 27,38 per cento sul mercato MTA.

Precise le accuse: «Vedovotto», osserva il pm nel chiedere al gip il sequestro di parte dei beni dell’ad «era così in possesso di informazio­ne di carattere preciso, concernent­e una emittente di strumenti finanziari quotati su mercato regolament­ato come Safilo Group sufficient­emente specifica da consentire di trarre conclusion­i sull’effetto dell’annuncio di detta risoluzion­e sul prezzo degli strumenti coinvolti, senz’altro idonea a influire in modo sensibile su tale prezzo».

Accuse a cui ieri sera, dopo la pubblicazi­one nei siti e nelle agenzie di stampa, Vedovotto non ha voluto replicare, scegliendo di non commentare la notizia del sequestro di oltre un milione di euro e di una Ferrari da collezione. Il giusto controvalo­re, secondo la procura, per quell’operazione fuori legge.

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Sotto inchiesta Roberto Vedovotto

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