Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dietrofront: congelata la chiusura delle prefetture
Intanto il consiglio mette sotto la lente Arpav e Veneto Agricoltura
N essuna chiusura in vista delle prefetture: vale a dire Rovigo non sarà accorpata a Padova e Belluno a Treviso. La soppressione annunciata è stata congelata dal governo in quanto in contraddizione con la riforma Madia. Intanto Zaia annuncia che vuole affidare alle Province la competenza delle strade.
VENEZIA Chiudiamo gli enti inutili, viva gli enti inutili! Di cui pareva si potesse fare tranquillamente a meno, ma poi...
Accade con le Province e, a quanto pare, anche con le prefetture. È infatti di ieri la notizia, diffusa dal deputato polesano del Pd Diego Crivellari, del ripensamento del governo circa la chiusura dei suoi uffici territoriali, a Rovigo (ipotesi di fusione con Padova) come a Belluno (fusione con Treviso): «Non è stata formalizzata alcuna lista - ha scritto Crivellari dopo un incontro con i ministri dell’Interno e della Funzione pubblica Alfano e Madia - le voci girate nei giorni scorsi non hanno alcun fondamento». Voci uscite proprio dal ministero dell’Interno, confermate poi dai sindaci, dai sindacati e dalle associazioni dei prefetti. E quindi? Marcia indietro? Raccontano che in corso d’opera il Viminale si sarebbe accorto che la chiusura delle prefetture è in contrasto con i decreti attuativi della riforma Madia, quelli che fanno proprio delle prefetture i futuri centri unici delle amministrazioni periferiche dello Stato. «È possibile valutare eventuali tagli all’amministrazione centrale e non nei territori - continua Crivellari -, garantendo allo stesso tempo le esigenze di riorganizzazione e quelle di spendig review. Il taglio delle sedi di cui era stata ipotizzata la chiusura comporterebbe un risparmio di appena 6 milioni...». In attesa che i due ministeri chiariscano, si resta nel limbo.
Un po’ come sta accadendo alle Province, chiuse sui giornali, poi riaperte ma senza politici, in via di svuotamento (quanto alle casse di sicuro) ed ora riempite nuovamente di competenze dalla Regione, nel nome dell’autonomia. Basti pensare che il governatore Luca Zaia vorrebbe andare perfino oltre quelle che erano le deleghe di un tempo, restituendo agli «enti di mezzo» la gestione delle strade da anni affidate (con la sola eccezioni di Vicenza) a Veneto Strade: «Tra poco scadranno le convenzioni, la prima è quella con Verona spiega Zaia - a mio avviso Veneto Strade dovrà continuare ad occuparsi delle strade regionali e del dissesto idrogeologico mentre le arterie provinciali devono tornare in toto in capo alle Province, ovviamente con le risorse necessarie per gestirle». Sicuri che le Province le rivogliano? Non è l’unico fronte aperto in vista dell’approvazione della legge di riordino in consiglio regionale (il termine è il 31 ottobre), legge che ieri ha iniziato il suo iter in commissione Affari istituzionali (Zaia ha chiesto di «fare in fretta») e che stanzia per l’esercizio delle funzioni fondamentali e di quelle delegate 28 milioni per quest’anno e 40 milioni all’anno per il 2016 e il 2017. «Tutti gli stipendi sono garantiti» assicura il vice presidente Gianluca Forcolin ma la vicepresidente di Anci Elisa Venturini chiede anche garanzie per il Sociale: «Servono 7,5 milioni per quest’anno e 13,5 milioni per il 2016 e per il 2017». Cgil, Cisl e Uil invocano invece «un ridisegno organico degli assetti istituzionali e un’attenzione particolare per i lavoratori delle Apt, della polizia provinciale e dei centri per l’impiego».
Sempre in tema enti «inutili» (o presunti tali), si segnala infine la decisione assunta in serata dalla Commissione di controllo e vigilanza del consiglio di avviare una due diligence su Veneto Agricoltura, Arpav, Istituto Zoo Profilattico, Parco Colli Euganei e Parco del Sile e sulle Ater. Guarda caso, proprio gli enti ufficiosamente citati nella legge voluta da Zaia per facilitare i commissariamenti.
Crivellari Alfano e Madia dicono che non c’è la lista delle prefetture da tagliare Zaia Le Province vogliono l’autonomia dunque si occupino delle loro strade