Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dieta vegana fai-da-te: bimbo in ospedale
Belluno, il piccolo si sente male per carenze alimentari. Ma sul caso gli esperti si dividono
P er scelta della famiglia, bellunese, il bambino di due anni era stato sottoposto a una dieta vegana fai-da-te: nella sua alimentazione nessuna proteina di origine animale. Ma il piccolo si è sentito male per carenze alimentari ed è stato ricoverato in ospedale.
BELLUNO Dieta vegana per il bambino di due anni, ma il piccolo finisce all’ospedale con gravi carenze alimentari.
Il caso è di alcuni giorni fa: per scelta della famiglia, nella dieta del bimbo non esistevano proteine di origine animale. A un certo punto, però, il piccolo ha iniziato a stare male ed è stato ricoverato nel reparto di Pediatria dell’ospedale San Martino di Belluno, dove gli sono state prestate le cure del caso.
Sul caso vige il più stretto riserbo ma potrebbe trattarsi di un caso di superficialità da parte dei genitori del bambino, convinti di poter gestire autonomamente l’inizio di una dieta completamente vegetale.
«Sempre più spesso siamo informati della scelta di alcune famiglie di diventare vegetariane o vegane – spiega Cristina Bonello, medico che opera nell’ambulatorio di pediatria di gruppo di Belluno – In questi casi, occorre prestare estrema attenzione: nei primi anni di vita, quello vegano è un regime potenzialmente pericoloso se non c’è il supporto di un nutrizionista. I bambini hanno un corpo in costruzione, e i mattoni per farlo crescere sono le proteine. A volte si sottovaluta questo, e non si sostituiscono adeguatamente i cibi di origine animale».
Diverso il giudizio del pediatra e nutrizionista Leonardo Pinelli, già professore associato di Pediatria all’Università di Verona, che rigetta l’idea di una pericolosità della dieta a base di vegetali: «Si tratta di una scelta sicura in tutte le fasi della vita, adatta anche per gli atleti. Se i bambini vegani fossero seguiti meglio dai pediatri, non ci sarebbero questi problemi. I genitori del bimbo bellunese, probabilmente, sono stati costretti al fai da te: la colpa non è loro ma delle istituzioni, che sono in ritardo su una scelta di coscienza. A molti medici mancano la formazione e l’esperienza per occuparsi al meglio dei vegani».
In ogni caso, alla base di tutto ci sono sempre le scelte e le convinzioni delle famiglie. Questo non vale solo per l’alimentazione ma anche per le vaccinazioni. Infatti, starebbe aumentando il numero dei casi di rifiuto o di posticipo delle iniezioni. In Veneto, il 9 per cento dei bambini non riceve il vaccino esavalente (polio, difterite, epatite B, Hib, pertosse e tetano) per scelta delle famiglie. Rispetto al resto d’Italia, la percentuale è doppia anche a causa della decadenza dell’obbligo di vaccinazione. Per quanto riguarda la prevenzione contro il morbillo, il 12,9% dei bambini non hanno alcuna copertura immunitaria (a livello nazionale, il dato è più alto dello 0,5%). C’è chi rifiuta tutte le vaccinazioni in blocco, chi soltanto alcune, chi fa solo l’antitetanica ma tralascia la prevenzione nei confronti della meningite.
«I vaccini funzionano per difendere il singolo ma anche per dare protezione a una comunità» assicura Mauro Ramigni, che riveste l’incarico di responsabile del servizio vaccinazioni dell’Uls 9 di Treviso. «Se si sottopongono a vaccino la maggior parte delle persone - prosegue lo specialista - non si dà spazio alla malattia di circolare, si crea la cosiddetta “immunità di gregge”. Ma se questo non avviene, allora ci si può trovare di fronte al ritorno di malattie anche molto pericolose».
L’esperto/1 Per i bimbi, il regime vegano è potenzialme nte pericoloso L’esperto/2 Nessun problema se i bimbi fossero seguiti meglio dai pediatri