Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dieta vegana fai-da-te: bimbo in ospedale

Belluno, il piccolo si sente male per carenze alimentari. Ma sul caso gli esperti si dividono

- Di Andrea Zucco

P er scelta della famiglia, bellunese, il bambino di due anni era stato sottoposto a una dieta vegana fai-da-te: nella sua alimentazi­one nessuna proteina di origine animale. Ma il piccolo si è sentito male per carenze alimentari ed è stato ricoverato in ospedale.

BELLUNO Dieta vegana per il bambino di due anni, ma il piccolo finisce all’ospedale con gravi carenze alimentari.

Il caso è di alcuni giorni fa: per scelta della famiglia, nella dieta del bimbo non esistevano proteine di origine animale. A un certo punto, però, il piccolo ha iniziato a stare male ed è stato ricoverato nel reparto di Pediatria dell’ospedale San Martino di Belluno, dove gli sono state prestate le cure del caso.

Sul caso vige il più stretto riserbo ma potrebbe trattarsi di un caso di superficia­lità da parte dei genitori del bambino, convinti di poter gestire autonomame­nte l’inizio di una dieta completame­nte vegetale.

«Sempre più spesso siamo informati della scelta di alcune famiglie di diventare vegetarian­e o vegane – spiega Cristina Bonello, medico che opera nell’ambulatori­o di pediatria di gruppo di Belluno – In questi casi, occorre prestare estrema attenzione: nei primi anni di vita, quello vegano è un regime potenzialm­ente pericoloso se non c’è il supporto di un nutrizioni­sta. I bambini hanno un corpo in costruzion­e, e i mattoni per farlo crescere sono le proteine. A volte si sottovalut­a questo, e non si sostituisc­ono adeguatame­nte i cibi di origine animale».

Diverso il giudizio del pediatra e nutrizioni­sta Leonardo Pinelli, già professore associato di Pediatria all’Università di Verona, che rigetta l’idea di una pericolosi­tà della dieta a base di vegetali: «Si tratta di una scelta sicura in tutte le fasi della vita, adatta anche per gli atleti. Se i bambini vegani fossero seguiti meglio dai pediatri, non ci sarebbero questi problemi. I genitori del bimbo bellunese, probabilme­nte, sono stati costretti al fai da te: la colpa non è loro ma delle istituzion­i, che sono in ritardo su una scelta di coscienza. A molti medici mancano la formazione e l’esperienza per occuparsi al meglio dei vegani».

In ogni caso, alla base di tutto ci sono sempre le scelte e le convinzion­i delle famiglie. Questo non vale solo per l’alimentazi­one ma anche per le vaccinazio­ni. Infatti, starebbe aumentando il numero dei casi di rifiuto o di posticipo delle iniezioni. In Veneto, il 9 per cento dei bambini non riceve il vaccino esavalente (polio, difterite, epatite B, Hib, pertosse e tetano) per scelta delle famiglie. Rispetto al resto d’Italia, la percentual­e è doppia anche a causa della decadenza dell’obbligo di vaccinazio­ne. Per quanto riguarda la prevenzion­e contro il morbillo, il 12,9% dei bambini non hanno alcuna copertura immunitari­a (a livello nazionale, il dato è più alto dello 0,5%). C’è chi rifiuta tutte le vaccinazio­ni in blocco, chi soltanto alcune, chi fa solo l’antitetani­ca ma tralascia la prevenzion­e nei confronti della meningite.

«I vaccini funzionano per difendere il singolo ma anche per dare protezione a una comunità» assicura Mauro Ramigni, che riveste l’incarico di responsabi­le del servizio vaccinazio­ni dell’Uls 9 di Treviso. «Se si sottopongo­no a vaccino la maggior parte delle persone - prosegue lo specialist­a - non si dà spazio alla malattia di circolare, si crea la cosiddetta “immunità di gregge”. Ma se questo non avviene, allora ci si può trovare di fronte al ritorno di malattie anche molto pericolose».

L’esperto/1 Per i bimbi, il regime vegano è potenzialm­e nte pericoloso L’esperto/2 Nessun problema se i bimbi fossero seguiti meglio dai pediatri

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