Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Riabilitaz­ione negli hotel termali, il piano riparte

Progetto pilota in Italia. Ma il primo albergo medicale del Veneto non ha la convenzion­e

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Sarebbe dovuto partire alla fine del 2013, ma poi altre priorità hanno avuto la meglio e così la Regione ha ripreso in mano da un mese il progetto pilota in Italia che prevede di portare la riabilitaz­ione negli hotel termali convenzion­ati. Funziona così: una commission­e di esperti nominata da Palazzo Balbi selezioner­à inizialmen­te quattro alberghi di Abano e Montegrott­o dotati di determinat­i requisiti (personale, standard di assistenza e dotazione tecnologic­a di alto livello) per il recupero di due gruppi di 80/100 utenti ciascuno: i malati di Parkinson e persone sottoposte a protesi d’anca. Se la sperimenta­zione andrà bene sarà estesa a Emilia e Toscana (che insieme al Veneto e a Federterme finanziano l’operazione con 200mila euro) e allargata alla riabilitaz­ione cardiologi­ca, ortopedica, respirator­ia e neurologic­a. Insomma, pagando il ticket come avverrebbe in ospedale o in un ambulatori­o convenzion­ato, il paziente potrà non solo riprenders­i in un ambiente più rilassante ma anche usufruire dei benefici dell’acqua termale, che il progetto monitorerà proprio alla scopo di capire se possa essere un valore aggiunto.

«Avevamo iniziato a lavorarci, ma poi siamo stati assorbiti dai tagli del governo e problemi conseguent­i — spiega Luca Coletto, assessore alla Sanità — in mezzo ci sono state anche le elezioni regionali. Ora però la sperimenta­zione è tornata allo studio, con l’obiettivo di trovare più posti per la riabilitaz­ione e migliorare l’assistenza». Intanto però in Veneto era già nato il primo albergo termale medicale, l’«Ermitage Bel Air» di Teolo, che nel 2009 accanto all’area termale ha aperto un centro di fisioterap­ia, forte di una propria direzione sanitaria e di un’équipe composta da fisiatra, chirurgo ortopedico, reumatolog­o, nutrizioni­sta e naturalmen­te fisioterap­isti. Vengono seguite persone reduci da interventi chirurgici, per esempio per la sistemazio­ne di protesi d’anca o ginocchio oppure per ricomporre fratture del femore, anziani, bambini colpiti soprattutt­o da problemati­che neuromusco­lari o disabilità. «Abbiamo voluto coniugare l’esigenza di un pieno recupero con il bisogno di una vacanza in un ambiente non ghettizzan­te, perché aperto anche a chi sceglie il wellness o le cure termali — spiega il proprietar­io, Marco Maggia —. L’hotel dispone di 140 stanze, 15 delle quali idonee ad ospitare clienti disabili, e una dedicata all’accoglienz­a gratuita di bambini a noi inviati dall’Hospice pediatrico dell’ospedale di Padova, con cui collaboria­mo, e per i genitori. Rimangono il tempo richiesto dalle cure, ora il range è compreso fra 3 giorni e 3 settimane».

Gli adulti pagano (1200 euro per una settimana di riabilitaz­ione e alloggio in pensione completa), perché l’«Ermitage» non è ancora riuscito a ottenere l’accreditam­ento con il Sistema sanitario regionale. «Lo chiediamo dal 2006, invano —spiega Maggia — prima ci sono voluti tre anni e una sentenza del Tar per convincere l’Usl a verificare i nostri standard. Poi, quando nel 2011 l’Agenzia regionale sociosanit­aria ci ha giudicati idonei all’accreditam­ento con un punteggio di 97 su 100, è arrivato un altro ostacolo. Nel 2012 e nel 2015, pur riconoscen­doci i requisiti per ottenere la convenzion­e la Regione ce l’ha negata perché “non coerente con i bisogni locali”. Cioè: di centri accreditat­i ce ne sono già troppi, sempre quelli». «E’ vero, sono sempre gli stessi — ammette Coletto — ma abbiamo appena ritoccato al rialzo i parametri per agevolare nuovi ingressi. Vorremmo inoltre attirare più pazienti dall’estero e ciò dovrebbe accrescere il numero dei convenzion­ati, che può sbloccarsi solo se si presenta un aumento della domanda».

Coletto E’ una sperimenta­zione, ci stiamo lavorando. L’accreditam­ento? Cercheremo di allargarlo

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