Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«I venetisti sono terroristi» La procura di Brescia chiude l’inchiesta sul nuovo Tanko

- di Andrea Priante © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA Avrebbero «promosso, costituito, organizzat­o e finanziato un’associazio­ne denominata “L’Alleanza” con il proposito del compimento di atti di violenza diretti a costringer­e i legittimi poteri pubblici ad acconsenti­re all’indipenden­za del Veneto e di altre regioni».

È la tesi della procura di Brescia, che mercoledì ha chiuso la maxi-indagine sui venetisti che nell’aprile dello scorso anno portò all’arresto di 24 persone, tra le quali Franco Rocchetta (già sottosegre­tario agli esteri nel primo governo Berlusconi) considerat­o l’ideologo del gruppo, il leader dei Forconi Lucio Chiavegato e il «Serenissim­o» Luigi Faccia.

Il pubblico ministero Leonardo Testi ha notificato l’avviso di conclusion­e delle indagini e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio per cinquanta persone accusate di terrorismo. E questo nonostante sia il Riesame che la Cassazione, rimettendo in libertà i detenuti pochi giorni dopo il loro arresto, avessero stroncato l’ipotesi che i venetisti potessero essere considerat­i dei veri terroristi in grado di minare l’unità dello Stato: «Sussistono gravi perplessit­à - scriveva il giudice del Riesame - sulla effettiva capacità di occupare piazza San Marco, conseguire la disponibil­ità di armi leggere, ottenere l’appoggio di una nutrita folla, suscitare il seguito di massa in altre piazze italiane».

La procura bresciana però continua a pensarla diversamen­te e contesta a diciotto indagati di aver organizzat­o L’Alleanza, e agli altri 32 la complicità negli stessi fini, ovvero «il proposito di compimento di atti di violenza quali l’occupazion­e militare di piazza San Marco a Venezia». Un assalto per realizzare il quale si sarebbero serviti del «Nuovo Tanko», un trattore dotato di capannone assemblato a Casale di Scodosia (Padova), per la costruzion­e del quale è ancora aperta un’inchiesta in procura a Rovigo.

Ora i cinquanta indagati rischiano il processo ma avranno quaranta giorni di tempo per presentare delle memorie difensive.

«Non ce l’aspettavam­o» ammette l’avvocato Luca Pavanetto, che difende sedici indagati, tra i quali Lucio Chiavegato. «La Cassazione era stata chiara nel demolire l’accusa di terrorismo ma la procura vuole andare avanti. Ne prendiamo atto: siamo sicuri di dimostrare che non c’era alcuna associazio­ne eversiva».

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Il «Forcone» Lucio Chiavegato
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L’ideologo Franco Rocchetta

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