Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Se a scuola il bocciato è il prof
Ma perché fra loro non mancano i bulletti che non esitano a insultare i compagni deboli o perfino chi siede in cattedra. Chi non non rammenta il professore a cui è stato rovesciato in testa il cestino della carta straccia? In ogni caso si sa, i ragazzi vivono un’età insicura, e le loro trasgressioni, spesso motivate da desiderio di farsi notare dal gruppo, vanno affrontate con pazienza, severità se serve, mai con ingiurie. Chi arriva alle ingiurie è un insegnante disturbato e disturbante. «Si tratta di poche mele marce», ha detto il responsabile dell’ufficio scolastico provinciale. Ma quelle poche son già troppe. Quei professori vanno mandati via. Magari alcuni hanno una vita privata infelice. Forse sono soli, forse hanno rivalse nei confronti della vita. E perfino invidiano quei ragazzini un po’ incoscienti ma pieni di gioia di vivere, perché sono belli, innamorati o pieni di aspettative, e così è su di loro che si sfoga la «vendetta» di chi non ha, o crede di non avere, soddisfazioni. Fanno pena. Ma la loro infelicità non giustifica la violenza verbale, i libri scagliati a terra, le pacche in testa. Si tratta di persone inadatte a svolgere una professione bella e faticosa, malpagata e poco apprezzata socialmente. Ma che riesce, a chi l’ama, a dare forti gratificazioni, come quando un insegnante incontra un ex scolaro che gli esprime gratitudine, dimostrandogli che non ha sprecato parte della sua vita, ma ha contribuito a creare cittadini migliori. Oggi la maleducazione impera ovunque: sulle strade, in parlamento, nei talk show. Ma a scuola non dev’essere tollerata, specie se messa in atto da chi dovrebbe educare con competenza e sensibilità. Mi raccontano invece di una maestra d’asilo che ha sgridato e convocato i genitori di una piccola di quattro anni perché «impugnava male il pennello da disegno». Risultato: la bambina piange e non vuol più andare a scuola perché s’è sentita umiliata. Ma quell’insegnante merita davvero di fare l’insegnante?