Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LUCE SUI TAGLI
Ma ci sono o non ci sono ‘sti tagli alla sanità? Il lettore avrebbe anche diritto di saperlo visto che pubblichiamo un giorno sì e l’altro anche un comunicato di protesta per la «pesante mannaia che si sta abbattendo sui nostri ospedali» con chiose di Zaia sul rischio di una deriva americana. È andata così per mesi e mesi e all’improvviso, in un mesto giorno d’autunno, si presenta il presidente del Consiglio che durante un Renziting (cit. dicesi Renziting la teatrale dimostrazione con slide e tweet di un piano di governo un po’ infiocchettato) spiega come la nuova Legge di stabilità porti al settore un miliardo in più dell’anno scorso.
Embè? Chi ha ragione? «Hanno tutti ragione» , come diceva Paolo Sorrentino in un suo celebre libro. Aggiungiamo «purtroppo» perché in realtà i protagonisti erano coerenti unicamente con loro stessi. I fatti: in valore assoluto i fondi destinati alla sanità sono aumentati da 110 a 111 miliardi, ma sono anche diminuiti perché il patto con le Regioni prevedeva di arrivare a quota 113 miliardi. Il taglio è un mancato aumento di due miliardi: dipende da dove la prendi. Semplice no? E perché nessuno ce la spiega così?
Fin qui i numeri. Ora le opinioni. Zaia esagera? Beh, dipende. Anche no. Perché il mancato aumento è in realtà pesante e la spesa sanitaria - i farmaci, i costi del personale e tanto altro crescono quasi in automatico e spesso più dell’inflazione. Perché il governo chiede economie di scala ma alla fine chi risponde presente riceve una pacca sulle spalle e gli altri una toppa sul buco che hanno fatto. Allora è Renzi che mischia le carte? Beh, dipende. Anche no. Con le sue slide vuole semplicemente dire che la catastrofe nucleare della sanità italiana non c’è o comunque non dipende dal suo governo. E alla fine qualche spreco magari si può scovare anche lì, nel settore che rappresenta la voce di spesa più grossa.
Se non l’avete ancora capito in politica InterJuve si gioca tutti i giorni, il rigore c’era per noi ed era fuori area per gli altri. E guai ad ammettere che gli avversari giocano bene. Il segreto per il buon lettore è sempre quello, cercare di capire e andare oltre gli slogan di parte (magari con l’aiuto dei giornali). Bisogna sempre ascoltare l’altra campana. Altrimenti, hanno tutti ragione.