Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

San Giobbe, nuovo campus per l’università

Restaurati gli ex mulini Passuello. Presto un ponte con la stazione

- Di Alice D’Este

L a visita del premier Renzi è servita all’ateneo di Venezia per presentare l’ultima parte del restauro degli ex mulini Passuello, ora campus. Il rettore Bugliesi: «Una struttura d’eccellenza, all’altezza della fama internazio­nale che merita».

VENEZIA Gli studenti sono già ai loro posti, uno accanto all’altro in aula studio. Libri aperti e computer davanti. Altri, invece, nello spazio scoperto del cortile stanno decidendo il soggetto della tesi. E si girano incuriosit­i, al passaggio della delegazion­e. Al campus di San Giobbe a Venezia ormai manca solo l’ultimo lotto. Ieri in occasione della visita del premier Matteo Renzi sono stati presentati quelli conclusi da poco: i 3800 metri quadrati aggiuntivi che fanno salire a 19mila la superficie complessiv­a dell’area economica, con il restauro ormai completato dell’area degli ex mulini Passuello.

Nel suo insieme il campus iniziato nel ‘95 alla fine costerà quasi 60 milioni, 13 dei quali messi negli ultimi due anni dall’università di Ca’ Foscari (la decisione risale al rettorato di Carlo Carraro). Nel prossimo biennio ci sarà un ulteriore ampliament­o che completerà in via definitiva il campus con altri 25 milioni a budget(22 dei quali finanziati dal ministero e ottenuti da Ca’ Foscari partecipan­do ad un bando).

Ma oggi cosa c’è a Venezia in uno spazio simbolico, come quello di San Giobbe che si trova proprio alle porte della città e che si candida ormai a diventare la nuova porta d’ingresso in centro storico? Le aule ricavate negli edifici dell’ex macello sono al loro posto da un po’ (i primi lavori sono iniziati nel ‘95 e finiti nel 2008), la nuova biblioteca e i nuovi dipartimen­ti fanno invece capolino da qualche mese, incastonat­i nelle mura antiche dell’ex Molino e nelle costruzion­i storiche dopo l’attento restauro. «Abbiamo rispettato le architettu­re esistenti – spiegano Vittorio Spigai, il progettist­a e l’architetto Jacopo Fusaro –. Le costruzion­i risalenti al Settecento lungo le calli e il grande mulino del 1923 sono state conservate almeno nell’involucro. Dentro sono stati ricavati tre livelli adibiti a biblioteca e funzioni dipartimen­tali, mentre al quinto e al sesto piano ci sono aule per ricerca e dottorati. Alcuni edifici sono stati stabilizza­ti struttural­mente con camere e contraffor­ti pur di mantenerli com’erano».

La specifica non è casuale. Su parte di quei manufatti «pesavano» le richieste della Soprintend­enza, rispettate dai progettist­i, che hanno portato a termine il lavoro in tempi record, un anno e mezzo in tutto dall’approvazio­ne del progetto alla realizzazi­one. Ma non è tutto. Al campus di San Giobbe manca ancora «l’anima». L’ultimo lotto dei lavori prevede la nascita delle residenze studentesc­he (altri 4mila metri quadri). Alla fine ci saranno 225 posti letto a bordo laguna da mettere a disposizio­ne dei cafoscarin­i e alcuni spazi ad uso pubblico che ne affiancher­anno altri ad uso privato (bar, palestre, minimarket, spazi comuni per il coworking). Per renderli fruibili Ca’ Foscari ha chiesto al Comune l’attivazion­e di due servizi essenziali, uno dei quali deliberato da poco dalla giunta comunale: la riapertura del «ponte delle vacche» che collega la Ferrovia alla zona di San Giobbe.

Il via libera è di lunedì scorso, arrivato su proposta dell’assessore ai lavori pubblici Francesca Zaccariott­o. Il nuovo ponte, in metallo, sarà lungo 30 metri e consentirà di collegare il primo binario della stazione con le sedi dell’università e con la zona residenzia­le adiacente. La pendenza delle rampe del nuovo manufatto sarà al 5%, consentend­o la completa accessibil­ità anche ai disabili (1,6 milioni complessiv­i, otto mesi previsti per la costruzion­e a partire da giugno). A questo si unirà (una volta attivato il campus) una fermata pubblica Actv pensata appositame­nte dagli studenti. «L’ampliament­o del campus apre una nuova fase del futuro di San Giobbe – spiega Michele Bugliesi, rettore di Ca’ Foscari – anche l’ultimo lotto per la ricorrenza dei 150 anni della scuola economica veneziana sarà concluso. Già oggi i lavori eseguiti consentono di fruire pienamente delle potenziali­tà del campus, grazie al recupero di un’area di Venezia a cui questo investimen­to ha restituito nuova vitalità. I prossimi lavori daranno al campus la configuraz­ione definitiva di una struttura universita­ria moderna e di eccellenza all’altezza della reputazion­e internazio­nale che merita».

Per ora il segnale per chi arriva lo lancia la «lanterna», uno spazio in vetro costruito per ragioni di compensazi­one sopra l’ascensore negli spazi restaurati che i progettist­i hanno deciso di illuminare anche di notte. Un faro, per segnalare la presenza dell’università agli occhi dei turisti che percorrono in bus il ponte della libertà.

Il rettore Il campus sarà una struttura moderna, all’altezza della fama internazio nale che merita

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Il primo restauro è iniziato nel 1995 ed è durato fino al 2008, con 22 milioni di euro ha rimesso a nuovo l’area dell’ex Macello. Poi è stata creata l’area di raccordo tra i dipartimen­ti per 17,4 milioni, la Biblioteca (2001-2005) è costata 5,6 milioni...

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