Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«La nuova Santa Caterina rilancerà Treviso»

Chiusi i lavori al museo, che ospiterà le grandi mostre: «Finanziati anche con gli sponsor». Costi lievitati a 1,6 milioni

- Silvia Madiotto © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO Fuori, il complesso museale di Santa Caterina è rimasto uguale a sé stesso. Ma dentro, nelle sale espositive, è diventato il museo che l’amministra­zione sognava, con spazi rinnovati per la collezione e il patrimonio trevigiano, e altri da destinare a mostre temporanee, quasi 600 metri quadrati modulabili e utilizzabi­li separatame­nte o per un unico grande evento. Il 30 ottobre apre la prima mostra della nuova Santa Caterina, una monografic­a sull’incisore Escher: in due settimane tutti i dettagli che ancora mancano saranno sistemati. I lavori sono durati più del previsto e ora si corre, con la certezza che la città avrà un museo storico con un look più moderno pronto per la stagione da inaugurare. Il costo dell’operazione, dal milione e 225 mila euro iniziale, è lievitato fino a un milione e 600 mila euro a causa di «sorprese» che hanno costretto Comune e imprese ad aggiungere perizie e interventi (soffitti e capriate ammalorati). È anche grazie ai tre sponsor arrivati in soccorso di Ca’ Sugana che il risultato è stato raggiunto, superando il problema dell’ulteriore esborso: la Raccanello, la famiglia Pinarello e Veneto Banca, sfruttando le opportunit­à dell’Art Bonus, hanno coperto un terzo della spesa. «È un amore profondo quello che lega Treviso al museo di Santa Caterina, è l’inizio di una nuova vitalità che lo caratteriz­zerà per molti anni – ha detto il sindaco Giovanni Manildo -. Questo è il primo caso di Art Bonus in Veneto, grazie alla generosità di tre mecenati».

L’intervento, oltre alle cinque sale espositive per le mostre temporanee (tre al primo piano, una all’ammezzato e una al piano terra) ha riguardato anche la riqualific­azione della sala polifunzio­nale Coletti e 700 metri quadri di aree servizi al piano terra, fra biglietter­ia, guardaroba e bookshop; ha riguardato la riorganizz­azione delle stanze, l’impianto illuminote­cnico, di climatizza­zione, antincendi­o e di sicurezza – perché per ottenere prestiti di opere d’arte internazio­nali servono precise garanzie - e anche alcuni spazi che accolgono il patrimonio cittadino, la pinacoteca e la galleria. Il percorso delle temporanee inizierà al primo piano per poi scendere, L’ex rimesso a nuovo: cinque le sale espositive sistemate, insieme a impianti e sicurezza

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Il Manildo, l’assessore Franchin e gli sponsor che hanno contribuit­o a finanziare l’intervento

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Una delle riallestit­e per le nuove mostre: si parte con Escher, dal 2016 sarà la volta di Marco Goldin in sale modulabili e adattabili alle esigenze dei curatori interessat­i. Ca’ Sugana punta sulla cultura per rilanciare Treviso, Bailo e Santa Caterina ne saranno i perni. Con la speranza di accogliere sempre più mostre temporanee che valorizzin­o anche le opere trevigiane.

Entro qualche settimana il direttore del museo Emilio Lippi, orgoglioso padrone di casa, presenterà una guida di Santa Caterina. A curare la pubblicazi­one sono Silvia e Roberta Rizzato, studiose e appassiona­te d’arte e cultura trevigiana. Nota di colore: erano state fra le più dure contestatr­ici delle grandi mostre al museo, entrando in conflitto con Goldin. Pace fatta, in nome di Santa Caterina.

Manildo È l’inizio di molti anni di nuova vitalità

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