Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Galan si porta via termosifoni sanitari e camini
Gli uomini della Finanza ci sono rimasti male. Da villa Rodella l’ex governatore Galan si è portato via camini, sanitari e anche i termosifoni spogliandola del tutto dopo la confisca. E’ andato oltre? Rischia una denuncia? Il suo legale minimizza: «Se c’è un equivoco, sistemeremo».
VENEZIA Non è più il presidente, ruolo che ha tenuto fino a tre mesi fa, anche da arrestato. Ma Giancarlo Galan ha pur sempre un passato alla guida della commissione Cultura, oltre che ovviamente da ministro del settore, seppur per pochi mesi. Per questo quando ieri i finanzieri che stavano visitando Villa Rodella con i funzionari dell’Agenzia del Demanio hanno aperto la porta, il primo sentimento è stata la rabbia. L’ormai ex dimora del deputato di Forza Italia accusato di corruzione nell’inchiesta Mose – per cui ha patteggiato una pena di 2 anni e 10 mesi, con una confisca di 2,6 milioni, da cui nasce appunto l’abbandono della villa cinquecentesca di Cinto Euganeo – era stata spogliata di tutto: non solo gli arredi, come prevede la legge, ma anche termosifoni, sanitari e camini. Tanto che le fiamme gialle hanno avvisato il pm Stefano Ancilotto, a cui mercoledì pomeriggio erano state consegnate le chiavi dopo il trasloco di lunedì da parte di Galan e dei suoi famigliari, che si sono spostati in affitto in una casa a Rovolon.
Subito il magistrato ha contattato l’avvocato Antonio Franchini per chiedere spiegazioni, di fronte a un gesto che sembrerebbe stato quasi una sorta di «ripicca». «Interpretazioni fantasiose - taglia corto Franchini al telefono - Forse c’è stato un equivoco sulla definizione di arredi. Se è necessario, sarà tutto ripristinato». Non è detto però che il problema finisca qui. Villa Rodella è infatti una dimora di fine Cinquecento e come tale è ovviamente vincolata. Le fiamme gialle vogliono quindi capire se gli interventi eseguiti da Galan in questi ultimi giorni possano essere inquadrati tra i lavori di manutenzione ordinaria, se non addirittura straordinaria, nel qual caso sarebbe necessario esibire la necessaria autorizzazione da parte della Soprintendenza. Se questa non ci fosse, potrebbe partire immediata la denuncia alla procura della Repubblica di Rovigo (nella cui circoscrizione ricade il territorio di Cinto Euganeo). E se questo avvenisse in tempi rapidi potrebbe addirittura avere delle ricadute sull’udienza che si terrà a breve, il 4 novembre prossimo, di fronte al tribunale di sorveglianza di Padova, in cui Galan chiederà l’affidamento in prova ai servizi sociali.
Il legale Ma non scherziamo, se c’è stato un equivoco sugli arredi siamo pronti a risistemare tutto