Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La villa di Maniero diventa un FabLab tra pc e stampanti 3D
Il FabLab finanziato dalla Regione
N egli anni Settanta e Ottanta la villa di Maniero a Campolongo Maggiore era il covo della Mala del Brenta. Ora diventa un FabLab e spunta la prima stampante 3D per cioccolatini.
CAMPOLONGO (VENEZIA) L’ex garage di Felice Maniero è un bunker, un metro di cemento armato che isola questo spazio dal mondo esterno. Un caminetto è incastonato nella taverna della villa che fu di Faccia d’Angelo, qui si conversava dopo aver pianificato rapine e omicidi. In giardino, c’è ancora la gabbia dove ruggiva la tigre, sul retro il campo da tennis. Ebbene, questi spazi, che tra gli anni Settanta e Ottanta erano la tana della Mala del Brenta, adesso sono stati convertiti in un FabLab. Traducendo per i meno addetti ai ritmi dell’innovazione: un laboratorio di artigianato digitale.
Siamo a Campolongo Maggiore, nel Veneziano: ieri è stato inaugurato uno dei 18 laboratori per la fabbricazione digitale finanziati dalla Regione Veneto. Uno stanziamento complessivo da 1,8 milioni di euro nel digital manufacturing che ha fatto nascere numerosi spazi interessanti (tra gli altri, citiamo il laboratorio all’Ipsia di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano).
Ma al centro dell’attenzione è finita inevitabilmente la villetta del boss veneto. Costruita negli anni Settanta, ora nei propri mattoni ha cementato la metafora stessa di come possa evolvere la società: dove i mafiosi decretavano sentenze di morte adesso vibrano stampanti e scanner 3D, ma anche laser che disegnano il legno e computer che si caricano con la pedalata di una bicicletta.
«Per noi la sfida adesso è quella di coinvolgere le aziende, i liberi professionisti e le scuole del territorio per utilizzare gli strumenti innovativi che abbiamo comperato», dice Paolo Bordin, direttore di Affari Puliti, che dal 2007 gestisce lo stabile, sequestrato al boss nel 1993. «Mettiamo a disposizione la struttura per creare prototipi, è la prosecuzione del genio creativo veneto», sorridono i sindaci Alessandro Campalto (Campolongo) e Davide Gianella (Piove di Sacco).
Peraltro, c’è anche una novità assoluta da segnalare. Per la prima volta, a livello nazionale, è stata resa disponibile una stampante 3D dedicata alla cioccolata. Un apparecchio scovato in fase poco più che di prototipo in Lombardia in una azienda specializzata (la Futura Shop), che per la prima volta viene utilizzato stabilmente dopo le presentazioni nelle fiere di settore. I visitatori erano stupiti. «Il cioccolato viene prima scaldato – spiegano da Affari Puliti – e poi iniettato con una siringa sterile nel tubo della stampante 3D, che lo mantiene fuso con una temperatura di trenta gradi». Per realizzare un cioccolatino di un paio di centimetri di lato ci vogliono circa 12 minuti, comprensivi del tempo di attesa per la «cristallizzazione». «Speriamo che le pasticcerie siano interessate, grazie alla programmazione in Cad possiamo immaginare decorazioni innovative», incalza Bordin.
Il resto sono le fotografie delle molteplici iniziative finalizzate al tentativo di rendere la villa testimone di un cambio epocale. Ecco la taverna, che ha mantenuto il ruolo di sala riunioni: ma sul proiettore fluttuano immagini computerizzate e non armi. C’è poi la parete con gli attrezzi del falegname, per rifinire. Spunta una mamma, ha in braccio un bimbo di pochi mesi: è lui un «tester» dello scanner 3D che riporta la proiezione sul pc collegato. Gongola un imprenditore del settore calzaturiero che gestisce un’azienda a poca distanza, invitato per l’occasione. «Finalmente potrò realizzare prototipi velocemente». Infine, il pacchetto degli eventi e dei corsi per accogliere il pubblico: un
hacklab una volta ogni due mesi, edulab con corsi a due livelli e molte altre iniziative. Fino al 21 dicembre 2016 (data di scadenza del finanziamento) questo è il destino della villa. E chissà cosa direbbe Maniero, adesso, se tornasse a casa.
Bordin La sfida adesso è coinvolgere gli artigiani a realizzare qui i loro prototipi