Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ponte di Bassano, il ministero stoppa la centralina

E spunta anche un dossier dell’Università di Padova: «Il progetto porta rischi di crollo»

- Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il ministero dei Beni culturali stoppa il progetto di una centralina idroelettr­ica a ridosso del ponte di Bassano e ordina un’ispezione archeologi­ca. A rendere note le carte Italia Nostra. L’ipotesi dei resti viscontei.

unico del ministero dei Beni Culturali non può essere considerat­o un parere favorevole — scrive la dirigente —. Questa Soprintend­enza ritiene che per l’espression­e di un parere compiutame­nte informato sia necessaria l’esecuzione di trincee preventive, volte ad appurare cronologia e stato di conservazi­one della struttura individuat­a nel sottosuolo dalle prospezion­i geofisiche eseguite a cura dello scrivente. Si ribadisce che il parere unico di questo ministero è da ritenersi sospeso in quanto subordinat­o ai risultati delle indagini prescritte». Posizione rafforzata dallo studio condotto per conto dei proprietar­i di Ca’ Priuli, edificio del XV secolo e scrigno di un ciclo di affreschi sotto il quale la centralina dovrebbe sorgere, dal professor Renato Vitaliani, ordinario di Tecnica delle Costruzion­i all’Università di Padova. Il quale rivela: «Non è un luogo adatto per un’opera simile, la facciano a valle del ponte degli Alpini. Si vuole riscavare un vecchio canale del 1700, che alimentava un mulino ad acqua, ma il pericolo di crolli e cedimenti è alto». Per Ca’ Priuli «il rischio di produrre cedimenti fondaziona­li è estremamen­te elevato, tanto da compromett­ere irrimediab­ilmente la stabilità del manufatto, fino al collasso». Per il ponte disegnato nel 1569 da Palladio «qualora si verifichi un evento di piena nelle fasi di cantiere, manufatti provvision­ali o altro materiale possono essere trascinati a valle dalla corrente e colpire le pile dell’opera, compromett­endone la stabilità».

Un ennesimo colpo al «piano scellerato» contrastat­o da Comune di Bassano, associazio­ni e Comitato di salvaguard­ia del Ponte degli Alpini, che ha già raccolto 10.170 firme. «Si rischia di alterare un assetto paesaggist­ico che ha una storia centenaria — avverte Carmine Abate, segretario della sezione di Bassano di Italia Nostra —. Sono stati trovati resti delle 24 arcate del ponte del 1402, distrutto da una brentana e poi ricostruit­o». C’è da dire che la Ue ha stanziato fondi per chi realizza centrali idroelettr­iche ecocompati­bili, scatenando una corsa al cantiere già vista a Belluno. Tanto che l’assessore regionale all’Ambiente, Gian Paolo Bottacin, sta predispone­ndo una delibera per mettere ordine. «La ratio è imporre il rispetto del paesaggio come requisito al rilascio delle autorizzaz­ioni in materia», conferma. «Intanto però la Regione deve recepire le disposizio­ni del ministero — chiarisce l’avvocato Gianluigi Ceruti, che assiste privati e associazio­ni contrari alla centralina —. Non si capisce perché realizzare un’opera che avrebbe una potenza media di 125 kilowatt e servirebbe una decina di famiglie, su 43mila abitanti. Non sarebbe meglio tenere in funzione qualche ora in più al giorno la centrale Barzizza, sempre sul Brenta, a 1800 metri a nord di Bassano e sottoutili­zzata al 50%?».

Italia Nostra Sono già emersi resti delle arcate del vecchio ponte, costruito nel 1402

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