Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Ponte di Bassano, il ministero stoppa la centralina
E spunta anche un dossier dell’Università di Padova: «Il progetto porta rischi di crollo»
Il ministero dei Beni culturali stoppa il progetto di una centralina idroelettrica a ridosso del ponte di Bassano e ordina un’ispezione archeologica. A rendere note le carte Italia Nostra. L’ipotesi dei resti viscontei.
unico del ministero dei Beni Culturali non può essere considerato un parere favorevole — scrive la dirigente —. Questa Soprintendenza ritiene che per l’espressione di un parere compiutamente informato sia necessaria l’esecuzione di trincee preventive, volte ad appurare cronologia e stato di conservazione della struttura individuata nel sottosuolo dalle prospezioni geofisiche eseguite a cura dello scrivente. Si ribadisce che il parere unico di questo ministero è da ritenersi sospeso in quanto subordinato ai risultati delle indagini prescritte». Posizione rafforzata dallo studio condotto per conto dei proprietari di Ca’ Priuli, edificio del XV secolo e scrigno di un ciclo di affreschi sotto il quale la centralina dovrebbe sorgere, dal professor Renato Vitaliani, ordinario di Tecnica delle Costruzioni all’Università di Padova. Il quale rivela: «Non è un luogo adatto per un’opera simile, la facciano a valle del ponte degli Alpini. Si vuole riscavare un vecchio canale del 1700, che alimentava un mulino ad acqua, ma il pericolo di crolli e cedimenti è alto». Per Ca’ Priuli «il rischio di produrre cedimenti fondazionali è estremamente elevato, tanto da compromettere irrimediabilmente la stabilità del manufatto, fino al collasso». Per il ponte disegnato nel 1569 da Palladio «qualora si verifichi un evento di piena nelle fasi di cantiere, manufatti provvisionali o altro materiale possono essere trascinati a valle dalla corrente e colpire le pile dell’opera, compromettendone la stabilità».
Un ennesimo colpo al «piano scellerato» contrastato da Comune di Bassano, associazioni e Comitato di salvaguardia del Ponte degli Alpini, che ha già raccolto 10.170 firme. «Si rischia di alterare un assetto paesaggistico che ha una storia centenaria — avverte Carmine Abate, segretario della sezione di Bassano di Italia Nostra —. Sono stati trovati resti delle 24 arcate del ponte del 1402, distrutto da una brentana e poi ricostruito». C’è da dire che la Ue ha stanziato fondi per chi realizza centrali idroelettriche ecocompatibili, scatenando una corsa al cantiere già vista a Belluno. Tanto che l’assessore regionale all’Ambiente, Gian Paolo Bottacin, sta predisponendo una delibera per mettere ordine. «La ratio è imporre il rispetto del paesaggio come requisito al rilascio delle autorizzazioni in materia», conferma. «Intanto però la Regione deve recepire le disposizioni del ministero — chiarisce l’avvocato Gianluigi Ceruti, che assiste privati e associazioni contrari alla centralina —. Non si capisce perché realizzare un’opera che avrebbe una potenza media di 125 kilowatt e servirebbe una decina di famiglie, su 43mila abitanti. Non sarebbe meglio tenere in funzione qualche ora in più al giorno la centrale Barzizza, sempre sul Brenta, a 1800 metri a nord di Bassano e sottoutilizzata al 50%?».
Italia Nostra Sono già emersi resti delle arcate del vecchio ponte, costruito nel 1402