Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rogo al centro commerciale: è giallo
Maxi incendio di Oderzo, ancora mistero sulle cause. Il sindaco pronto a denunciare
ODERZO La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti e sembra orientata verso l’incidente, ma solo ad accertamenti completati l’ipotesi di reato potrà essere confermata. Si attende infatti che il Nucleo Ispettivo regionale dei pompieri, nelle prossime ore, verifichi la presenza o meno di sostanze acceleranti dentro la struttura. E sul tam tam di bufale e calunnie interviene il sindaco di Oderzo che si è detto pronto a denunciare.
ODERZO «Mamma, com’è che ha fatto bum?». Gli occhi piantati sull’enorme ammasso di macerie e lamiere divorate dalle fiamme, disintegrate o liquefatte. E la domanda della bimba, accanto ai genitori, a ridosso della transenna e del nastro adesivo che indicano l’off limits. Anche a quasi 48 ore dall’inferno del Parco Commerciale Stella ci sono parecchi curiosi venuti ad osservare e fotografare quel che resta del disastro andato in scena sabato sera. Nella sua ingenuità, la piccola coglie nel segno. Com’è che ha fatto bum? La risposta sta lì attorno, ma soprattutto dentro i seimila metri quadrati di edificio collassato su sé stesso. In un lunedì surreale, mentre a destra le sette attività dell’ala salvatasi dal disastro riaprono ed accolgono i clienti, a sinistra lo scheletro di ciò che fino a qualche giorno fa portava ancora le insegne di Unieuro ed Eurobrico è un brulicare di vigili del fuoco. Obiettivo, spegnere gli ultimi focolai, progettare lo smassamento e cercare tracce utili alle indagini.
La Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti e sembra orientata verso l’incidente, ma solo ad accertamenti completati l’ipotesi di reato potrà essere confermata. Si attende infatti che il Nucleo Ispettivo regionale dei pompieri, nelle prossime ore, verifichi la presenza o meno di sostanze acceleranti dentro la struttura. Ieri era ancora impossibile penetrare nel labirinto di macerie pericolanti, troppo rischioso. Per questo la pista del dolo non è ancora esclusa. Domenica un giallo aveva persino rimescolato le carte: nel retro della struttura andata in fumo era stato notato infatti un settore di recinzione tagliato, come un pertugio attraverso il quale passare indisturbati. Ma i carabinieri di Oderzo hanno in poco tempo verificato che si trattava di un danno vecchio, documentato, forse un tentativo di furto.
Fra gli elementi già acquisiti dai militari c’è la ricostruzione dei momenti cruciali prima del rogo fornita dal titolare dello stabile Eurobrico: l’uomo ha raccontato di essere uscito per ultimo pochi minuti dopo le 20, e di aver subito sentito scattare un allarme antincendio, quello di Unieuro. E’ rientrato per capire cosa stesse accadendo, ed un secondo allarme è partito: stavolta giungeva proprio dall’edificio dove si trovava lui.
E’ stato allora che, nuovamente all’esterno, ha visto le fiamme alzarsi dal tetto del megastore di elettrodomestici. Può bastare per concludere che il rogo abbia avuto origine proprio lì, propagandosi all’ipermarket del fai da te? Non ancora, secondo gli inquirenti, pronti a vagliare le immagini delle telecamere di sorveglianza delle altre attività commerciali. La velocità del fuoco è rimasta impressa anche a Lorella Fellet, residente con la famiglia proprio dietro l’ala distrutta. «Ha presente l’inferno? E’ stato terribile – racconta – il suono dell’allarme ci ha fatti trasalire, ma non pensavamo ad una cosa del genere. In dieci minuti era tutto avvol- to dall’incendio, il primo pensiero è stato scappare». Stesse sensazioni al Central Park Cafè, separato dagli edifici polverizzati grazie ad una provvidenziale lingua di parco larga venti metri. «Abbiamo dovuto evacuare i presenti – spiegano le bariste Lucia Mirai e Alessia Geremia – Lavorare in questi giorni è strano, la zona sembra il set di un film di fantascienza. Però bisogna andare avanti, come tutti gli altri». In attesa di capire se la normalità potrà davvero ritornare, l’incognita maggiore. Molto dipenderà dalla società proprietaria dell’area e dell’edificio crollato: il consorzio Coip, che riunisce varie imprese, non solo della Marca. Il legale di una di queste conferma come la quantificazione dei danni, ingentissimi, sia per ora molto difficile. «Il valore degli edifici e delle strutture sta sotto i venti milioni di euro – spiega l’avvocato Alberto Casalini – ma a questo va sommata la quantità di merce perduta da Unieuro ed Eurobrico e i canoni d’affitto mancanti». Nel frattempo, il Comune è pronto ad emanare l’ordinanza di inagibilità: una recinzione stabile delimiterà tutta la zona del disastro. Un cratere in attesa di essere riempito.