Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Gianni come il dj Fabo La moglie: «Costretti qui per una fine dignitosa»

Da Venezia a Zurigo, oggi il marito entra in clinica: «È lucido»

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Tre veneti pronti a seguire le tracce di dj Fabo: due donne, una bellunese e una trevigiana. E un uomo.

Delle due donne non si sa nulla, ancora. Dell’uomo, invece, sì. Si chiama Gianni e si trova già in Svizzera, a Forch, il piccolo centro a venti minuti di auto da Zurigo, dove ha sede «Dignitas», la clinica della «dolce morte». E Gianni già oggi potrebbe morire. Con lui c’è la moglie, Emanuela, che lo ha accompagna­to sin qui da Venezia. La bocca stretta, lo sguardo freddo, morso dal dolore. La signora è all’esterno della clinica, alle sue spalle il verde dei prati e dei boschi (Forch è si trova in mezzo a due laghi, il Greifensee e il lago di Zurigo). Una pace che stride. «Sono arrabbiati­ssima — afferma lei — perché purtroppo siamo costretti a venire in Svizzera per avere una morte dignitosa e senza sofferenze». Gianni e la moglie sono veneziani. Lui ha 65 anni. È ciò che la signora si limita di affermare in questo momento.

«Mio marito è malato da due anni di tumore — spiega —. Ma è comunque una persona ancora lucidissim­a. E non è depresso». La scelta, sostiene lei, è stata fatta in modo consapevol­e e ragionato. «L’abbiamo elaborata a lungo — afferma —. Anche io lo farei. A lui piaceva tantissimo vivere però è condannato e vuole morire senza soffrire in modo dignitoso. Perché la vita che ha fatto nell’ultimo periodo per lui non è dignitosa. Ormai pesa cinquanta chili, ed è costretto alla morfina tre volte al giorno. Il problema è proprio la prospettiv­a: se sapesse che tra cinque, sei mesi smetterebb­e di soffrire allora non lo farebbe. Ma così no».

La coppia veneziana è solo l’ultima ad aver affrontato il viaggio dal Veneto alla Svizzera, dove sono quattro i centri che offrono assistenza al suicidio. Un viaggio che non tutti, però, possono permetters­i.

Andare in Svizzera a morire, infatti, costa. E costa tanto. Servono almeno 10-15 mila euro. Solo la clinica chiede circa undicimila franchi svizzeri. Che servono a coprire le spese vive dell’«operazione»: dalle due visite mediche che vengono fatte al paziente prima dell’assunzione del farmaco letale al costo del farmaco stesso; dall’ispezione dei due agenti di polizia, alla cremazione. Poi ci sono i soldi del trasporto dell’ambulanza (960 euro da Venezia a Zurigo). E infine l’albergo. Dove Manuela e Gianni hanno passato l’ultima notte. In vista dell’ultimo viaggio. Questa mattina

Mio marito è malato da due anni, ma è ancora lucidissim­o e non è depresso Abbiamo speso undicimila euro per la clinica, 960 solo per il trasporto

(Altri servizi sul Corriere della Sera)

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La signora Emanuela all’esterno della clinica a «Dignitaa»

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