Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Il Veneto dà fastidio a Roma perché tutela i propri diritti L’autonomia cambierà tutto»
VENEZIA Roberto Ciambetti (Lega Nord) è il presidente del Consiglio regionale.
Pensa che l’impugnazione del Collegato, ennesimo caso di scontro tra Veneto e Roma, sia una ritorsione contro i propositi autonomisti?
«Non dico che da parte del governo ci sia un accanimento, ma sicuramente c’è sempre un’attenzione particolare nei confronti del Veneto, che a quanto pare dà fastidio a livello centrale. Probabilmente non viene gradita la nostra sollecitudine nell’esercitare e nel difendere le nostre prerogative nell’interesse dei cittadini veneti».
Quella legge-omnibus poteva essere scritta meglio?
«Sul fatto che si sia trattato di un “calderone”, vorrei precisare che abbiamo semplicemente seguito la norma nazionale, che dall’anno scorso permette di mettere in Stabilità anche aspetti di non stretta valenza finanziaria. È stato un modo per recuperare il tempo perduto nei quattro mesi e mezzo in cui l’aula è rimasta bloccata sulla riforma sanitaria, approvando capitoli necessari e di buon senso. Forse negli ultimi giorni di dibattito qualcosa ha avuto qualche approfondimento di meno, ma il vaglio dell’ufficio legislativo è stato puntuale».
Il Consiglio non rischia di essere svilito dalla contestazione delle proprie norme?
«Intanto le leggi restano efficaci finché non interviene una sentenza avversa della Corte Costituzionale, che peraltro lavora molto di più per dirimere le controversie fra gli organi centrali dello Stato. In ogni caso ho visto molti dei nostri testi sopravvivere al verdetto della Consulta, per cui siamo sereni. Indubbiamente non è bello dover sempre stare a difenderci, ma ce ne facciamo una ragione».
Calderone? Il Collegato è servito a recuperare tempo dopo la riforma sanitaria
Con la riforma Boschi, che prevedeva una riscrittura dei confini di competenza, la litigiosità sarebbe calata?
«Assolutamente no. Su temi specifici, come governo del territorio e turismo, le disposizioni erano scritte così male che avrebbero ingenerato ulteriori contenziosi».
Teme che questo nuovo conflitto possa pregiudicare il percorso dell’autonomia?
«Spero che cambi presto il clima politico che vede in carica un governo super-centralista, ma purtroppo pare che le Politiche slitteranno a febbraio del 2018. Prima però celebreremo il referendum e a quel punto Roma dovrà ascoltare la volontà dei veneti».