Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

De Stefani accusa il Fisco: ispettori indagati per falso

Dall’Osteria senz’Oste al contrattac­co. «Accertamen­to irregolare dell’Agenzia delle Entrate»

- Milvana Citter © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VALDOBBIAD­ENE (TREVISO) Quello tra Cesare De Stefani e il Fisco italiano è un rapporto complicato. Lo è da tanti anni, da quando a suon di ricorsi e denunce, ha iniziato a opporsi ad accertamen­ti e verifiche fiscali sulle sue attività. Ora una di quelle denunce è approdata in procura a Treviso, con un fascicolo per falso ideologico e materiale che vede indagati due ispettori dell’Agenzia delle Entrate di Treviso, un 37enne e una 42enne. A far scattare l’esposto un accertamen­to da 45 mila euro relativo all’attività del 2009, della sua azienda «Emporio Carni». «Mi contestano maggiori ricavi, ma senza aver calcolato le spese per i fornitori e cercando di giustifica­re l’assenza di questo dato fondamenta­le con un foglio senza data e firma del quale non c’è traccia nei verbali di contraddit­torio». Per l’imprendito­re: «Una battaglia di principio e di giustizia che ormai sto portando avanti da molti anni».

De Stefani infatti, è famoso per aver inventato e dato vita tra i vigneti di Valdobbiad­ene, nel cuore della produzione del Prosecco Docg, all’Osteria senz’Oste. La stessa che gli è costata una multa, sempre dall’Agenzia delle Entrate, da 62 mila euro per una presunta evasione fiscale relativa al 2008. Una vicenda non ancora chiusa sul fronte tributario, perché pende il ricorso in Cassazione dopo che l’imprendito­re ha perso in appello. Nel mezzo un altro contenzios­o da milioni di euro per il salumifici­o di famiglia e l’apertura a Sernaglia della Battaglia dell’Osteria co l’Oste. Ora la denuncia presentata in procura per l’accertamen­to su «Emporio Carni». Anche in questo caso, l’imprendito­re è pronto a dare battaglia e, oltre alla procura, ha denunciato il fatto ai carabinier­i, e all’Audit Centrale delle Entrate: «Mi accusano di aver fatto maggiori ricavi, ma nei documenti dove quei ricarichi vengono messi nero su bianco manca una voce fondamenta­le, quella degli acquisti che, se inserita, avrebbe cambiato tutto. Ho chiesto spiegazion­i e solo dopo dall’Agenzia delle Entrate mi è stato risposto che, nel fascicolo a mio carico, c’era un foglio dove si spiegava perché le spese non c’erano. Solo che quel foglio è senza data e senza firma. E quindi, a mio avviso non ha alcun valore legale». L’imprendito­re infatti, ritiene che non sia stato redatto all’epoca dell’accertamen­to ma successiva­mente: «Mi sono offerto di pagare di tasca mia una perizia per datarlo, ma mi è stato risposto dall’Audit di Roma che non fanno queste perizie. Da noi pretendono documenti più che perfetti, loro possono fare quello che vogliono. Questa non è giustizia».

De Stefani Battaglia di giustizia e di principio che porto avanti da anni

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Tra i vigneti L’Osteria senz’Oste a Valdobbiad­ene

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