Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Protesta e sportelli chiusi al Cup In 150 in coda a Borgo Cavalli
Operatori in agitazione, disagi ieri per gli utenti. Oggi incontro con l’Usl
TREVISO Finché non ci saranno certezze, i lavoratori del Cup dell’Usl 2 si considerano ancora in agitazione. E sono pronti a manifestare anche in Regione martedì prossimo per chiedere un intervento del governatore Luca Zaia: «Sembra molto più sensibile al tema di quanto sia il direttore generale Francesco Benazzi» sottolinea Ivan Bernini, Fp Cgil. È stato il sindacato con la bandiera rossa a indire ieri mattina l’assemblea sindacale dalle 8 alle 10 del mattino; l’adesione è stata di circa il 50%. Mentre fuori i lavoratori del Cup e del call center portavano le loro istanze, nella sala degli sportelli il disagio era evidente. Centocinquanta persone in attesa, ritmo di chiamata molto lento, con solamente 3 sportelli funzionanti su 11; al Ca’ Foncello lavoravano 2 su 8, al call center 5 su 16 (il servizio andava comunque garantito).
Ogni nuovo utente che entrava prendeva con apprensione il numero della fila: l’attesa è stata per tutti decisamente lunga. Solo alle 10 alcuni lavoratori sono tornati in servizio smaltendo le code, ma a Borgo Cavalli è stata una mattinata di passione. Ieri mattina la protesta e nel pomeriggio la trattativa con l’Ati (Anthesis, Elda e Imb) che ha vinto la gara d’appalto del servizio e confermato l’esubero del personale; oggi l’incontro delle parti sociali e della coop con l’Usl 2. Venerdì sera Benazzi e Anthesis si erano lasciati con un nulla di fatto, la proposta del direttore non era stata accolta perché per la coop i numeri sono diversi e il rischio esuberi è reale. Il nuovo gestore prenderà servizio dal primo aprile, il tempo corre. «Ciò che chiediamo è solo di garantire tutti i posti di lavoro – affermano Cgil, Cisl e Uil -. Abbiamo chiesto all’Ati di rivedere il piano, insostenibile dal punto di vista occupazionale e del servizio». «Siamo disposte anche a cedere qualche ora per garantire le colleghe che potrebbero rimanere escluse, siamo quasi tutte donne, anche con situazioni monoreddito – spiega Paola, dipendente di Oderzo - ma solo se l’Usl capirà la gaffe in questo appalto». I lavoratori oggi sono 208, incalza il sindacato: «Rischiano di restare a casa in 62». Per l’azienda sanitaria però adesso i fronti di tensione sono due. Anche in sinistra Piave c’è agitazione. La cooperativa Progetto Vita non ha versato tutti gli stipendi arretrati ai 130 lavoratori e c’è aria di sciopero. L’appalto riguarda l’assistenza ai bambini disabili nelle scuole.