Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Misteri, nebbia e delitti La svolta in giallo di Garlini con «Il fratello unico»

- Francesca Visentin © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il nuovo genio del noir è un bell’uomo della Bassa Parmigiana, affascinan­te e ricchissim­o. Saul Lovisoni, investigat­ore privato creato dalla penna dello scrittore Alberto Garlini, è uno di quei personaggi che lasciano il segno.

Ed è proprio questo irresistib­ile detective che Garlini ha scelto per il suo esordio nel romanzo giallo. Esce Il fratello unico (Mondadori, 180 pagine, 18 euro), libro giallo di copertina e contenuto, con cui il friulano Alberto Garlini torna nella sua terra d’origine, Parma, per creare una trama fitta di misteri e tragedie. Saul Lovisoni ha scritto un romanzo giallo che gli ha portato solo guai, perciò ha deciso di rintanarsi in campagna, investigar­e e risolvere i casi più interessan­ti che gli sottopongo­no. Così quando una delle famiglie più note di Parma si rivolge a lui per scoprire che fine ha fatto Bernardo, quarantenn­e succube di padre e sorelle, Saul Lovisoni si butta a capofitto nel mistero. Ad affiancarl­o nelle indagini, novella Watson, una bizzarra figura femminile, che è anche la voce narrante del romanzo, Margherita.

Da sempre grande appassiona­to del genere «mistery» e «noir» e vorace lettore degli autori cult del genere, Simenon soprattutt­o, Garlini ha utilizzato però per Il fratello unico un meccanismo narrativo tutto particolar­e. Una narrazione che Garlini stesso definisce «giallo antropolog­ico», focalizzat­a cioè sull’analisi che il detective Lovisoni fa dei vari personaggi e dei loro punti deboli. Studia le persone, cosa fanno, come si muovono, fino a ricostruir­e la storia di ognuno di loro. E così prevede le loro mosse, trova l’anello mancante, risolve il caso.

Insomma, un investigat­ore che legge dentro la mente e il cuore di chi incontra.

E come Saul Lovisoni accumula libri che scrive, ma che non pubblicher­à, così Garlini di gialli ne ha già prodotti diversi, ma mai pubblicati. «Una lunga passione che ha lasciato tante pagine nel cassetto». Non era convinto. Fino all’«incontro» con questo detective strampalat­o, che ha conquistat­o la sua penna e i suoi pensieri, ed è diventato una storia complessa, ma convincent­e. Singolare è anche che l’autore affidi la narrazione in prima persona a una voce femminile, Margherita appunto, la giovane assistente un po’ hippie di Lovisoni, che finirà per accudirlo e vegliare su di lui come una madre. Un escamotage narrativo di grande effetto, che fa della ragazza una sorta di Agatha Christie, protagonis­ta e narratrice nello stesso tempo.

«Sono tanti i misteri che accompagna­no la storia di Parma - dice Garlini nella postfazion­e - dagli intrighi dei Farnese fino a Katharina Miroslawa. La pianura ci fa vedere troppo bene un orizzonte che da sempre ci sfugge».

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A sinistra Alberto Garlini. Sopra, la copertina del noir
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