Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Pfas, i carabinieri del Noe nella sede della Miteni Sequestrati documenti e pc
VICENZA Inchiesta sull’inquinamento da Pfas. Blitz dei carabinieri del Noe ieri mattina negli stabilimenti della Miteni in Veneto e in Lombardia e di una sede amministrativa a Milano, con un obiettivo chiaro: perquisizioni e sequestri di materiale «utile all’indagine» come documenti amministrativi e sanitari ma anche computer portatili e cd.
VICENZA I carabinieri si sono presentati ieri mattina alle porte di due stabilimenti della Miteni in Veneto e in Lombardia e di una sede amministrativa a Milano, con un obiettivo chiaro: perquisizioni e sequestri di materiale «utile all’indagine» come documenti amministrativi e sanitari ma anche computer portatili e cd.
L’inchiesta della Procura di Vicenza per far luce sull’inquinamento da Pfas (sostanze perfluoro-alchimiche) che coinvolge aree del Vicentino, del Veronese e del Padovano, ha subito un’accelerazione ieri quando i carabinieri del Noe (nucleo operativo ecologico) di Treviso accompagnati dai colleghi della sezione di polizia giudiziaria della Procura berica hanno bussato allo stabilimento Miteni di Trissino, nel Vicentino: l’azienda è la principale sospettata in merito all’inquinamento da Pfas emerso in questi anni e nei suoi dipendenti sarebbero state riscontrate le più alte percentuali di Pfas mai registrate finora (fino a 91mila nanogrammi per grammo di sangue, dati contestati dall’azienda) e gli attuali ed ex-manager della ditta sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura. In mano ai 20 militari impegnati in tutte le tre sedi il decreto di perquisizione e sequestro firmato dai magistrati titolari dell’indagine, i sostituti procuratori Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner.
Dall’azienda, intanto, arriva un messaggio di collaborazione: «I tecnici - si legge in una nota diramata ieri dalla Miteni - stanno affiancando i carabinieri per illustrare le specifiche procedure aziendali, i sistemi di gestione, controllo e sicurezza e per consentire la più efficace identificazione dei documenti utili per gli accertamenti». E ancora: «Siamo certi - continua la nota - che la presenza dei carabinieri del Noe nello stabilimento consentirà di fare ulteriore chiarezza sullo scrupoloso operato dell’azienda».