Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
MIGRANTI, IL TEMPO DELLA SVOLTA
Ora deve cambiare qualcosa. Per forza. Altrimenti il rapporto fra Veneto e immigrazione rischia una deriva fatale con tanto d’implosione. Intanto un paradosso. Ventiquattro ore dopo la visita del ministro dell’Interno Marco Minniti - che ha annunciato la chiusura dei centri di accoglienza di Bagnoli e Cona - la notizia di quindici nuovi migranti da aggiungere ai circa 800 ospiti nell’ex base di San Siro, dove tre giorni fa è stato arrestato il 27enne nigeriano accusato della tentata violenza ad una donna. Poi le scuse del ministro al sindaco Roberto Milan. Che rivela: «Minniti mi ha detto che questa scelta infelice è stata fatta dalla Prefettura di Padova. E mi ha assicurato che immigrati da noi non ne arriveranno più». Risultato. Prefetti contro sindaci, primi cittadini contro Governo, governatori contro l’Esecutivo, Palazzo Chigi contro l’Europa, Bruxelles contro Roma: il caos che fa cortocircuito. Ancora. A Padova ieri proteste e sit-in davanti Palazzo Moroni di quindici migranti sgomberati da Casa Don Gallo. Settimane fa, a macchia di leopardo, le rivolte di migranti contro sistemazioni precarie, vitto e alloggi giudicati di scarsa qualità, rapporti conflittuali con la popolazione. Tutti fotogrammi di comportamenti ormai «borderline» fra noi e i migranti. Deleteria anche la strumentalizzazione bipartisan. Al tavolo di confronto dei sindaci con il ministro dell’Interno, fortemente voluto dall’Anci Veneto, si sono presentati 56 primi cittadini su 576. Parliamo di sindaci sia della Lega che del Pd. Assente il governatore Luca Zaia. Così è impossibile anche tentare di affrontare un fenomeno epocale come l’immigrazione. Poco importa se si chiudono i centri di Bagnoli e Cona e poi si riaprano in altre città del Veneto: il problema si sposta altrove ma non si risolve. Vero è che il Governo punta ad aprire altri siti da 100-120 posti dove redistribuire i richiedenti asilo. Allo studio anche rimpatri forzati. In cantiere anche numerosi accordi con i Paesi di provenienza: il punto vero. Ma è difficilissimo. E ci vuole tempo. E l’emergenza va in qualche modo gestita. Un’emergenza che il Veneto e l?Italòia tutta vivono da mesi un’emergenza e che non ha scalfito l’Europa. Bruxelles vede la pagliuzza dello 0,1% del patto di stabilità ma non la trave di una tragedia globale. Il Veneto è fra le regioni che paga il prezzo più salato dell’attuale scenario geopolitico. Secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati oggi nel mondo ci sono 244 milioni di migranti, il 41 % in più dal 2000. Risultato: una massa di profughi umanamente non gestibile. Il Viminale, dopo il caso Bagnoli, ha per il momento sospeso nuovi arrivi nella nostra Regione. Ma il problema è solo rinviato.