Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Scontro sul «merito»: contro Brugnaro oltre mille dipendenti
Venezia, bufera sulla produttività. Il sindaco: «Mai premi a cascata». La Cgil va dal giudice, la Cisl dialoga
VENEZIA Prima sono partite le diffide e ora i dipendenti comunali hanno pronti 1.300 ricorsi contro i premi di produttività, erogati a marzo, nonostante le proteste dei sindacati che li ritengono illegittimi.
Tra i dipendenti pubblici veneziani e l’amministrazione «fucsia» del sindaco Luigi Brugnaro, patron della società di lavoro interinale Umana, è guerra aperta. Dall’insediamento della prima maggioranza di centrodestra nel 2015, dopo vent’anni di governo di centrosinistra a Venezia, i rapporti fra i tremila dipendenti e la giunta sono sempre stati tesi ma ora la situazione è esplosa e i sindacati hanno predisposto un pacchetto di azioni con l’obiettivo di mettere in crisi le politiche «aziendaliste» del sindaco-imprenditore. «Faremo un ricorso pilota al giudice del lavoro, un esposto alla Corte dei conti e all’Autorità nazionale anti-corruzione per utilizzo improprio di fondi pubblici – annuncia Daniele Giordano, segretario di Cgil funzione pubblica – e una denuncia per falso in bilancio». I premi del personale, secondo il sindacato, sono legati a obiettivi annuali ma per il 2016 sono stati comunicati a inizio 2017 e a valutazioni, per i lavoratori, poco trasparenti e, soprattutto, al ribasso rispetto agli anni passati.
Brugnaro, non appena messo piede a Ca’ Farsetti, è stato molto chiaro: «Voglio premiare il merito e chi ha “idee vincenti” da sottoporci per migliorare il lavoro della macchina». E tra i suoi primi atti ha disdettato il contratto decentrato, ossia l’intesa su produttività orari di lavoro e mansioni. «Non ci saranno più premi a cascata», ripete in ogni occasione. Precisa l’assessore al Personale, Paolo Romor: «Il 2016 è partito con la riorganizzazione dell’ente, le direzioni sono scese da 25 a 11, i dirigenti da 71 a 56, i funzionari da 218 a 182 – spiega -, a dicembre è iniziato il lavoro sul contratto decentrato: vogliamo gratificare chi dà di più, se una squadra vince la partita è merito di tutti ma ci sono sempre giocatori che mettono più impegno e hanno più iniziativa». Le «idee vincenti» premiamo dunque quest’idea di lavoro.
Se Brugnaro fosse arrivato in una situazione amministrativa normale, forse i toni sarebbero più pacati ma, quando è stato eletto, Venezia usciva da due anni difficili. Nel 2014 in Comune era scoppiata la bufera per le mazzette del Mose che hanno messo fine all’amministrazione di Giorgio Orsoni e per l’uscita dal Patto di stabilità. Inoltre, il commissario Vittorio Zappalorto aveva cancellato i «progetti speciali», che introducevano in alcuni settori, ad esempio alla polizia municipale, più flessibilità nel lavoro e benefit extra in busta paga. Lo stop ai «progetti speciali» ha fatto perdere a chi ne godeva 400 euro lordi al mese. E così quando, nel 2015, al terzo sforamento consecutivo del patto di stabilità, l’amministrazione ha tagliato tutti i premi (un tesoretto che nell’era delle giunte «rosso-verdi» superava i 9 milioni) è scoppiata la rivolta.
Il sindaco non ha porto l’altra guancia, anzi, ha messo in chiaro: «I sindacati non governano più» e a suon di cinguettii su Twitter ha ingaggiato uno scontro con i sindacalisti più radicali riuscendo, quest’inverno, a rompere l’unità sindacale. La Cisl ha iniziato a deporre le armi e a parlare la stessa lingua del sindaco, presentando una proposta di contratto che introduce meritocrazia e idee vincenti. «Chiederò ad un avvocato se è possibile erogare i premi solo a chi è iscritto al sindacato che tratta, come nel privato», ha detto il sindaco ,che nei giorni scorsi ha affidato al professore di diritto del lavoro Adalberto Perulli (Università Ca’ Foscari) un incarico da 24 mila euro per riportare alla normalità i rapporti sindacali e prevenire l’insorgere di nuovi conflitti.
Romor In ogni squadra ci sono giocatori che danno di più Giordano Parlano di merito ma definiscono i criteri ad anno finito, assurdo Brugnaro I premi vanno a chi li merita, non a tutti e senza verifiche