Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Padova, il dramma di Giordani

In rianimazio­ne il candidato civico del centrosini­stra. Segnali di ripresa, dai medici cauto ottimismo

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA Sguardo assente prima di accasciars­i. Ischemia. Durante il dibattito. E poi una corsa senza freni all’ospedale dove i medici sarebbero riusciti a salvarlo. La prognosi di Sergio Giordani, candidato del centrosini­stra elle elezioni di Padova, non è stata sciolta ma le condizioni inducono a un «cauto ottimismo». Bitonci ha chiesto una moratoria dei dibattiti elettorali.

PADOVA Era arrivato nella tarda serata di giovedì al circolo del Pd di Voltabaroz­zo, quartiere a Sud di Padova, per l’ultimo appuntamen­to della lunga serie di impegni che costellano le sue giornate da candidato sindaco della città. Chi c’era racconta che Sergio Giordani, 63 anni, l’imprendito­re di «Non solo sport» buttatosi anima e corpo nella sfida col leghista Massimo Bitonci alla testa del Pd e di un gruppo di liste civiche, era «assolutame­nte tranquillo e a suo agio, forse appena un po’ affaticato». Poco prima, d’altronde, era stato all’hotel Mantegna per incontrare una platea di profession­isti e prima ancora al parco «È fantasia» per discutere con le famiglie di sport, lui che è stato anche presidente del Calcio Padova al tempo della storica promozione in Serie A.

Un discorso di un quarto d’ora per presentars­i, raccontare il suo programma, spiegare le idee per il quartiere quindi, durante gli interventi dei residenti («Nessun litigio o discussion­e»), il dramma: dopo che gli era stata rivolta una domanda, Giordani non è riuscito a rispondere. Non parlava e dava l’impression­e di essere assente. Poi, nello spavento generale, si è accasciato su se stesso. Immediato l’intervento di chi gli era vicino ed in particolar­e di Marco Zoccarato, militante dem e medico neurologo, che ha subito immaginato potesse trattarsi di un attacco ischemico. Giordani è stato fatto distendere e sono stati allertati i soccorsi. Sul posto, nel giro di pochi minuti, sono arrivati il consiglier­e regionale Claudio Sinigaglia e il segretario provincial­e del Pd Massimo Bettin, poi il segretario cittadino Antonio Bressa e l’ex consiglier­e comunale Andrea Micalizzi.

L’imprendito­re, portato via in ambulanza, è stato ricoverato nella stroke unit dell’Unità Intensiva dell’Azienda ospedalier­a di Padova, dove è arrivato alle 22. Un’ora dopo è stato sottoposto a trombolisi, un intervento farmacolog­ico che, secondo quanto riportato dai medici, potrebbe essere stato determinan­te per salvargli la vita. Dopo una giornata di angoscia, a sera il bollettino diramato dalla famiglia induceva ad un cauto ottimismo: confermata l’ischemia celebrale, questa è stata trattata «con successo» e sebbene le condizioni di Giordani necessitin­o di «una stretta osservazio­ne medica», l’evoluzione del quadro clinico «induce all’ottimismo». Ancora incerte, ovviamente, le cause del malore anche se l’imprendito­re negli ultimi giorni era apparso molto stressato e piuttosto dimagrito: «Sono giorni stancanti» aveva confidato alla platea del Mantegna la sera stessa del malessere mentre il giorno prima, presentand­o il suo programma, quasi volesse rispondere ai dubbi di qualcuno, aveva avvertito: «Io non mollo». La sua idea, infatti, era stata chiara fin dal giorno della discesa in campo, il 25 gennaio: due giorni alla settimana in azienda, gli altri dedicati ad incontrare tutti, stringere più mani possibile, lasciare web e social per andare nelle strade e nei quartieri. Facendo attenzione ai colpi che arrivavano dai sostenitor­i «a destra», quelli di Bitonci, come da quelli «di sinistra» di Arturo Lorenzoni e mediando tra le diverse anime della sua variegata e frastaglia­ta coalizione.

Ogni decisione, com’è ovvio, è rimessa ora a Giordani e alla famiglia (contraria fin dall’inizio a questa avventura ma che pure ha già fatto sapere di voler rispettare ogni sua scelta, qualunque essa sarà) e il Pd ha subito ribadito che «Sergio Giordani era, è e resterà il nostro candidato sindaco». È evidente, però, che il quadro politico a Padova - la città più importante al voto in Veneto insieme a Verona e Belluno - ha subito uno stravolgim­ento radicale. Oltre all’imprendito­re sostenuto dai dem ci sono altri 7 candidati e sabato prossimo, il 13 maggio, scadranno i termini per la presentazi­one delle liste. Giordani ne conta 6 e se mai si dovessero cambiare i simboli, per sostenere un nuovo candidato, andrebbero raccolte di nuovo tutte le firme: 350 per ogni lista, un’impresa proibitiva, soprattutt­o per le civiche. Il clima, specie nel Pd dove Bressa e Bettin si giocano molto del loro futuro (di quanto sta accadendo nel «laboratori­o Padova» è stato informato anche il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini), è di attesa mentre dal fronte avverso Bitonci chiede di sospendere tutti i confronti tra i candidati: «Ora dobbiamo essere vicini a Giordani»

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