Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Tre ipotesi per il Pd «Ma oggi il nostro candidato è lui»
In caso di rinuncia si fanno i nomi di Zilio e di Zaccaria
Una spalla che lo aiuti in campagna elettorale se vorrà continuare; un nuovo candidato; la rivoluzione delle alleanze. Il Pd si stringe alla famiglia e valuta tre ipotesi: «Ma ad oggi il candidato è lui e per noi lo resterà anche in futuro»
PADOVA E adesso? L’interrogativo che tutti si fanno, dentro e fuori la grande sede elettorale di Sergio Giordani in piazza dei Frutti, a due passi dal Palazzo della Ragione, è questo. Quelle pronunciate ieri dal segretario provinciale del Pd Massimo Bettin, per quanto nette, sono inevitabilmente sembrate parole di circostanza. Per prendere tempo. E rinviare di qualche giorno, anche se i margini di manovra paiono abbastanza stretti, eventuali decisioni drastiche. «Soltanto tra ventiquattro o quarantotto o forse settantadue ore – si è limitato a dire (visibilmente commosso) Bettin, uno dei principali artefici non solo della caduta anticipata dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci ma pure della candidatura a primo cittadino di Giordani – potremo avere un quadro più chiaro rispetto a ora delle condizioni di salute di Sergio. In questo momento, non possiamo far altro che stringerci attorno a lui e alla sua famiglia. E non possiamo non ribadire che Sergio era, è e resterà il leader della nostra coalizione. La quale – ha concluso il giovane segretario democratico, che su questa tornata elettorale ha investito gran parte del suo presente e soprattutto futuro politico – diventerà certamente ancora più unita dopo quello che è successo».
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, la preoccupazione (per non dire disperazione) è tanta. Perché l’ipotetica uscita di scena di Giordani, che anche se si riprendesse a breve potrebbe comunque non essere più in grado (magari su disposizione dei medici) di proseguire la campagna e di mantenere la candidatura a sindaco, metterebbe in grossa difficoltà non solo il Pd ma pure tutte le altre variegate forze, legate a partiti e movimenti civici abbastanza dissimili dal punto di vista ideologico, che hanno messo da parte le loro diversità e si sono alleate a sostegno dell’imprenditore prestato alla politica. Tra una settimana infatti, entro sabato prossimo a mezzogiorno, scadono i termini per la presentazione delle liste, ognuna delle quali deve essere sottoscritta da almeno 350 persone. E quindi, qualora le cose dovessero irrimediabilmente precipitare, il tempo a disposizione (per rifare tutto daccapo) sarebbe davvero poco.
Ad ora, nel caso l’ex presidente dell’Interporto fosse costretto ad alzare bandiera bianca, le alternative sul tappeto sarebbero essenzialmente tre.
La prima sarebbe quella di confermare l’attuale raggruppamento a supporto di Giordani, sperando in una sua piena ripresa nel giro di qualche settimana e trovando uno degli uomini a lui più vicini (ad esempio l’amico avvocato Diego Bonavina, ex calciatore del Padova) che ci metta temporaneamente la faccia e funga da garante.
La seconda invece sarebbe quella di assicurare lo schema esistente, virando però su un altro candidato sindaco (si fanno i nomi, tra gli altri, del presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio e dell’ex rettore dell’Università Giuseppe Zaccaria) che sia capace di tenere assieme il Pd e i cosiddetti moderati di centrodestra che fanno capo al sottosegretario di Alternativa Popolare (già Ncd) Barbara Degani e tra i quali ci sono pure alcuni ex assessori e consiglieri che per due anni e mezzo hanno governato Padova con Bitonci.
La terza via, che a prima vista parrebbe la più logica ma che in realtà comporterebbe più di qualche ostacolo, sarebbe infine quella di far convergere sul professor Arturo Lorenzoni, docente di Economia Applicata al Bo e aspirante primo cittadino per Coalizione Civica (rassemblement di centrosinistra che ha già dentro parecchi simpatizzanti democratici), almeno un paio delle sei liste formate per Giordani, mentre le altre potrebbero riorganizzarsi attorno a un altro candidato sindaco più spostato al centro e a destra. Il quale, restando sempre nel campo delle supposizioni, potrebbe essere individuato nell’ex senatore di An Maurizio Saia, cioè l’ex assessore bitonciano alla Sicurezza che, a metà novembre scorso, si è dimesso poche ore prima che l’allora inquilino numero uno del Comune venisse sfiduciato.
Quelle di oggi e domani, prima per capire le reali condizioni di salute di Giordani e poi per decidere il da farsi, saranno giornate decisive. E di certo, per stabilire se l’ex patron del Calcio Padova potrà ancora essere della partita o meno, sarà determinante, mai come negli ultimi 100 giorni, la volontà della sua famiglia. Della moglie Lucia e dei figli Antonio e Paola.
Nel frattempo, dovendo ragionare con i freddi e impietosi calcoli della politica, è innegabile che l’eventuale forfait dell’ex presidente dell’Interporto, a poco più di un mese dalle elezioni dell’11 giugno prossimo, darebbe un grande vantaggio all’ex sindaco Bitonci, di nuovo in campo appoggiato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Direzione Italia e altre tre civiche.
Massimo Bettin (Segretario provinciale Pd) Solo tra 48-72 ore potremo avere un quadro più chiaro rispetto a ora delle condizioni di salute di Sergio. In questo momento, non possiamo far altro che stringerci attorno a lui e alla sua famiglia. E non possiamo non ribadire che Sergio era, è e resterà il leader della nostra coalizione