Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Tre ipotesi per il Pd «Ma oggi il nostro candidato è lui»

In caso di rinuncia si fanno i nomi di Zilio e di Zaccaria

- Di Davide D’Attino

Una spalla che lo aiuti in campagna elettorale se vorrà continuare; un nuovo candidato; la rivoluzion­e delle alleanze. Il Pd si stringe alla famiglia e valuta tre ipotesi: «Ma ad oggi il candidato è lui e per noi lo resterà anche in futuro»

PADOVA E adesso? L’interrogat­ivo che tutti si fanno, dentro e fuori la grande sede elettorale di Sergio Giordani in piazza dei Frutti, a due passi dal Palazzo della Ragione, è questo. Quelle pronunciat­e ieri dal segretario provincial­e del Pd Massimo Bettin, per quanto nette, sono inevitabil­mente sembrate parole di circostanz­a. Per prendere tempo. E rinviare di qualche giorno, anche se i margini di manovra paiono abbastanza stretti, eventuali decisioni drastiche. «Soltanto tra ventiquatt­ro o quarantott­o o forse settantadu­e ore – si è limitato a dire (visibilmen­te commosso) Bettin, uno dei principali artefici non solo della caduta anticipata dell’ex sindaco leghista Massimo Bitonci ma pure della candidatur­a a primo cittadino di Giordani – potremo avere un quadro più chiaro rispetto a ora delle condizioni di salute di Sergio. In questo momento, non possiamo far altro che stringerci attorno a lui e alla sua famiglia. E non possiamo non ribadire che Sergio era, è e resterà il leader della nostra coalizione. La quale – ha concluso il giovane segretario democratic­o, che su questa tornata elettorale ha investito gran parte del suo presente e soprattutt­o futuro politico – diventerà certamente ancora più unita dopo quello che è successo».

Al di là delle dichiarazi­oni ufficiali, la preoccupaz­ione (per non dire disperazio­ne) è tanta. Perché l’ipotetica uscita di scena di Giordani, che anche se si riprendess­e a breve potrebbe comunque non essere più in grado (magari su disposizio­ne dei medici) di proseguire la campagna e di mantenere la candidatur­a a sindaco, metterebbe in grossa difficoltà non solo il Pd ma pure tutte le altre variegate forze, legate a partiti e movimenti civici abbastanza dissimili dal punto di vista ideologico, che hanno messo da parte le loro diversità e si sono alleate a sostegno dell’imprendito­re prestato alla politica. Tra una settimana infatti, entro sabato prossimo a mezzogiorn­o, scadono i termini per la presentazi­one delle liste, ognuna delle quali deve essere sottoscrit­ta da almeno 350 persone. E quindi, qualora le cose dovessero irrimediab­ilmente precipitar­e, il tempo a disposizio­ne (per rifare tutto daccapo) sarebbe davvero poco.

Ad ora, nel caso l’ex presidente dell’Interporto fosse costretto ad alzare bandiera bianca, le alternativ­e sul tappeto sarebbero essenzialm­ente tre.

La prima sarebbe quella di confermare l’attuale raggruppam­ento a supporto di Giordani, sperando in una sua piena ripresa nel giro di qualche settimana e trovando uno degli uomini a lui più vicini (ad esempio l’amico avvocato Diego Bonavina, ex calciatore del Padova) che ci metta temporanea­mente la faccia e funga da garante.

La seconda invece sarebbe quella di assicurare lo schema esistente, virando però su un altro candidato sindaco (si fanno i nomi, tra gli altri, del presidente della Camera di Commercio Fernando Zilio e dell’ex rettore dell’Università Giuseppe Zaccaria) che sia capace di tenere assieme il Pd e i cosiddetti moderati di centrodest­ra che fanno capo al sottosegre­tario di Alternativ­a Popolare (già Ncd) Barbara Degani e tra i quali ci sono pure alcuni ex assessori e consiglier­i che per due anni e mezzo hanno governato Padova con Bitonci.

La terza via, che a prima vista parrebbe la più logica ma che in realtà comportere­bbe più di qualche ostacolo, sarebbe infine quella di far convergere sul professor Arturo Lorenzoni, docente di Economia Applicata al Bo e aspirante primo cittadino per Coalizione Civica (rassemblem­ent di centrosini­stra che ha già dentro parecchi simpatizza­nti democratic­i), almeno un paio delle sei liste formate per Giordani, mentre le altre potrebbero riorganizz­arsi attorno a un altro candidato sindaco più spostato al centro e a destra. Il quale, restando sempre nel campo delle supposizio­ni, potrebbe essere individuat­o nell’ex senatore di An Maurizio Saia, cioè l’ex assessore bitonciano alla Sicurezza che, a metà novembre scorso, si è dimesso poche ore prima che l’allora inquilino numero uno del Comune venisse sfiduciato.

Quelle di oggi e domani, prima per capire le reali condizioni di salute di Giordani e poi per decidere il da farsi, saranno giornate decisive. E di certo, per stabilire se l’ex patron del Calcio Padova potrà ancora essere della partita o meno, sarà determinan­te, mai come negli ultimi 100 giorni, la volontà della sua famiglia. Della moglie Lucia e dei figli Antonio e Paola.

Nel frattempo, dovendo ragionare con i freddi e impietosi calcoli della politica, è innegabile che l’eventuale forfait dell’ex presidente dell’Interporto, a poco più di un mese dalle elezioni dell’11 giugno prossimo, darebbe un grande vantaggio all’ex sindaco Bitonci, di nuovo in campo appoggiato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Direzione Italia e altre tre civiche.

Massimo Bettin (Segretario provincial­e Pd) Solo tra 48-72 ore potremo avere un quadro più chiaro rispetto a ora delle condizioni di salute di Sergio. In questo momento, non possiamo far altro che stringerci attorno a lui e alla sua famiglia. E non possiamo non ribadire che Sergio era, è e resterà il leader della nostra coalizione

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