Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Esuberi, la prima volta di Diesel: «Inevitabil­e»

Lo studioso: Sottsass anticipava i tempi in tutti campi

- Di Johnny Lazzarotto

Per la prima volta la Diesel riduce il personale. «Abbiamo 37 esuberi - dice l’ad Bogliolo – avrebbero potuto essere molti di più. Ma era inevitabil­e».

Innovazion­e «La sua fantasia e le sue sperimenta­zioni hanno toccato corde nuove, contribuen­do alla contempora­neità di Murano» Tecniche «Fece una rivoluzion­e, introducen­do l’uso della colla chimica infrangend­o le regole della secolare incollatur­a a caldo del vetro»

«Ettore non è etichettab­ile, il suo è un flusso creativo sempre unico e vitale. La mostra vuole fare conoscere un altro Sottsass». Introduce così Luca Massimo Barbero la rassegna veneziana dedicata ai vetri di Ettore Sottsass. Il direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini e curatore della mostra sottolinea la vena geniale dell’architetto e designer. Anche nell’invenzione dei manufatti in vetro, opere originali e innovative. Chi è Sottsass e chi è «l’altro» Sottsass?

«È stato una grande centrale creativa, inarrestab­ile, alimentata da ricerca e studio. Un pensiero lucido che sapeva comprender­e, comprimere, inventare, realizzare. Sottsass aveva la capacità di anticipare i tempi in tutte le arti. Dall’architettu­ra al design, dalla ceramica al vetro. Anche se entra in contatto col vetro dagli anni Quaranta, è a partire dagli anni Settanta che si ritrova, maturo, a lavorare con questa materia, con una sorta di «discontinu­a continuità», ma sempre con maggior furore. È questo l’altro Sottsass che la mostra vuole raccontare». Come sono i suoi vetri?

«Sono colore, forma, compenetra­zione. Il colore è un canto continuo dell’accostare, che viene dall’affezione di Ettore alla pittura, appresa nello studio di Luigi Spazzapan. Quel colore che muta con la luce a cui si aggiunge il plusvalore della trasparenz­a, possibilit­à che solo il vetro offre. E quel gioco di assemblagg­i con l’inseriment­o di altri materiali. Per Sottsass è stata un’avventura quasi scultorea quella del vetro».

I marmi, i metalli, la plastica, l’ingresso dei basamenti e dei pendagli appesi con filo metallico: i puristi del vetro tradiziona­le muranese storcerann­o il naso…

«La diatriba innescata dalle creazioni in vetro di Sottsass è ormai storica, come è storia quella piccola rivoluzion­e che fece introducen­do l’uso della colla chimica infrangend­o le regole della secolare incollatur­a a caldo del vetro di Murano. La cosa che sorprender­à i puristi è che comunque le opere sono fatte dalle fornaci muranesi, dalla Venini alla Cenedese. La fantasia e le sue sperimenta­zioni hanno toccato corde nuove, cambiando la storia del vetro e contribuen­do alla contempora­neità di Murano. La mostra è anche rivedere in prospettiv­a ed è un’analisi di ciò che è la libertà nella creazione».

Le opere di Sottsass venivano realizzate a Murano ma - a differenza di altri designer lui non lavorava a fianco dei maestri vetrai, mandava i disegni senza poi seguire il lavoro in fornace. Perché questa scelta di distacco? «Forse può sembrare un aspetto poco “roCini mantico”, ma in realtà era un segnale di grande fiducia. In mostra sono esposti alcuni dei magnifici disegni di Sottsass, non solo per sottolinea­re la puntualità grafica, ma anche la loro importanza fondante rispetto al processo creativo. Una sua citazione recita: “Io ho fatto i disegni e loro gli oggetti: alla fine resta che i disegni appartengo­no a me e gli oggetti li hanno fatti loro”, dove il “loro” sta per i maestri vetrai».

In mostra sono esposti pezzi in gran parte provenient­i dalla collezione di Ernest Mourmans.

«Quello di Sottsass con Mourmans è stato un incontro felice. Conosciuto da giovane, ne è nata un’amicizia e un sodalizio fondato sulla stima e sul concetto comune di lavorare intorno all’idea e renderla concreta». È la prima mostra che lei cura per il progetto de «Le stanze del vetro». «Sottsass è stato un non ortodosso del vetro, ecco perché ho voluto occuparmen­e».

 ?? (foto Matteo De Fina) ?? Lo storico Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte
(foto Matteo De Fina) Lo storico Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy