Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
«Buona Scuola», alla Marca 68 milioni
Tour governativo nei cantieri. Puppato (Pd): «Regione scorretta, si intesta lavori non suoi»
TREVISO Sessantotto milioni di euro di lavori in tre anni: a tanto ammontano i contributi per l’edilizia scolastica nella Marca stanziati dal governo con il progetto «Buona Scuola», diretti a quasi 140 scuole.
L’occasione per fare il punto della situazione è stato il tour trevigiano dell’architetto Laura Galimberti, coordinatrice delle riqualificazioni di edilizia scolastica per la presidenza del Consiglio dei ministri. Tre i cantieri visitati, ad Asolo, Crespano e Maser, che porteranno alla realizzazione di altrettanti nuovi istituti, e poi un incontro con i sindaci dell’Asolano e della Castellana, per parlare di progetti futuri. «C’è ancora tanto da fare - ha detto Galimberti - per questo è essenziale proseguire sulla strada della piena collaborazione tra governo, Regioni ed Enti locali, che sono i proprietari e i responsabili della gestione e manutenzione delle scuole».
Comuni e Provincia con risorse sempre più ridotte fanno però fatica ad affrontare grandi spese, anche se sarebbero necessarie: dalla Provincia infatti hanno appena chiuso i cantieri di emergenza nelle scuole superiori con cedimenti strutturali, ma ora tutti i lavori sono fermi in attesa di fondi a disposizione, dei quali non sono ancora arrivate notizie.
Per la senatrice Laura Puppato (Pd), che ha accompagnato Galimberti in tour, è però necessario fare il punto della situazione: «Per la prima volta dagli anni Ottanta abbiamo avuto investimenti veri e di enorme valore economico per la sistemazione di istituti che richiedevano adeguamento antisismico o strutturale, l’eliminazione di amianto, o per la realizzazione di nuovi plessi scolastici. Treviso e il Veneto hanno goduto di importanti vantaggi da questa nuova centralità della scuola nell’azione di governo».
Dal 2013, quindi, sono arrivati 68 milioni e 179 mila euro fra Sbloccascuole, Scuolenuove, Scuolesicure e mutui Bei. Puppato non manca di sottolineare una «scorrettezza istituzionale» della Regione: «I cartelloni dei cantieri non hanno mai indicato nello Stato il finanziatore dei lavori, recavano soltanto il logo della Regione. Sono stati solo dei passacarte ma si sono intestati un intervento che non è loro».