Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Torna la pace in piazza Borsa
Dopo lo scontro, i consiglieri confindustriali sono tutti al loro posto
TREVISO Della guerra dei tre giorni, che valeva 7 euro e mezzo l’anno, tre settimane dopo non c’è più traccia. I sei rappresentanti di Unindustria Treviso negli organi direttivi della Camera di Commercio di Treviso e Belluno sono sempre al loro posto e così anche il loro collega delle Dolomiti. Le riunioni operative sono riprese e della lettera con cui la presidente trevigiana, Maria Cristina Piovesana, minacciava l’Aventino contro la mancata riduzione dei diritti camerali, non si ha quasi memoria. «Qualche discussione ci sta», si è limitato a commentare ieri il presidente nazionale di Unioncamere, Ivanhoe Lo Bello, già presidente confindustriale in Sicilia, a Treviso per presentare la riforma del sistema camerale italiano. Una trasformazione che conferisce nuove competenze alle Cciaa in materie come la digitalizzazione, Industria 4.0, la cultura, l’alternanza scuola-lavoro ed il turismo e che, congelando la diminuzione del diritto camerale – la questione sulla quale Piovesana aveva scatenato il conflitto - consente di spendere in Veneto più di 18 milioni in tre anni, 3,7 dei quali a Treviso e Belluno. Risorse fresche e totalmente dedicate a finanziamenti in queste direzioni, in pratica, che alle imprese «costano» un mancato risparmio medio di 23 euro. «Mi sembra che ci sia stato su questo un grande consenso – aggiunge Lo Bello – e non mi risultano incidenti in altre parti d’Italia».«Che ci sia qualche discussione è normale – si accoda il presidente della Cciaa locale, Mario Pozza, cercando di chiudere l’argomento –, vuol dire che non si è appiattiti. Voglio ricordare che i nuovi progetti saranno condivisi con tutte le associazioni di categoria».
Tutto questo mentre nel Paese la struttura del sistema camerale sta radicalmente cambiando aspetto, mutuando forme simili a quelle di Germania e Francia.
Le 105 Camere diventeranno presto 80, in Veneto si è già passati da 7 a 5 (Venezia-Rovigo e Treviso-Belluno si sono fuse) e il ridisegno di funzioni e competenze metterà finalmente chiarezza, ha spiegato ancora Lo Bello, ad un lungo momento di crisi di identità, dovuto alla permanenza di un modello ormai diventato obsoleto.