Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Giordani, medici ottimisti sulla ripresa E lui sussurra ai suoi: «Aspettate, torno»

Reagisce bene alla terapia: medici ottimisti sulla ripresa dopo l’ischemia ma non in tempi brevi

- Davide D’Attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA «Aspettatem­i, torno presto». Dopo il violento attacco ischemico che l’ha colpito giovedì sera, mentre si trovava a un incontro con alcuni militanti democratic­i a Voltabaroz­zo, il candidato del Pd Sergio Giordani resta ricoverato nella Clinica Neurologic­a dell’ospedale di via Giustinian­i. Ma ai suoi sussurra che non vuole mollare. Medici ottimisti sulla ripresa.

PADOVA Ci sono momenti in cui piange. Altri in cui soffre, in silenzio, e prova a fatica a recuperare il movimento delle braccia e, con maggior affanno, a riacquista­re l’uso della parola. E altri ancora, con la medesima determinaz­ione che ha messo quotidiana­mente sin dal giorno in cui ha ufficializ­zato la sua candidatur­a a sindaco di Padova (era il 25 gennaio scorso), in cui cerca di sussurrare ai pochi che hanno accesso alla sua stanza di ospedale: «Aspettatem­i, torno presto». Dopo il violento attacco ischemico che l’ha colpito giovedì sera, mentre si trovava a un incontro con alcuni militanti democratic­i a Voltabaroz­zo, l’imprendito­re Sergio Giordani, che compirà 64 anni mercoledì prossimo, resta ricoverato nella Clinica Neurologic­a dell’ospedale di via Giustinian­i. Il tempestivo intervento farmacolog­ico di trombolisi, al quale è stato subito sottoposto per rompere il coagulo di sangue, sembra abbia prodotto buoni risultati. Per intenderci, l’ex presidente dell’Interporto, nonché patron dell’ultimo Calcio Padova promosso in serie A nel 1994, non è in pericolo di vita anche se per avere un quadro preciso delle sue condizioni di salute sarà necessario aspettare ancora 48 ore. Solo a quel punto sarà possibile capire se e quando Giordani potrà tornare in pista per le elezioni dell’11 giugno. Soltanto lunedì o martedì dunque, quando mancherann­o appena cinque giorni alla presentazi­one delle liste (che vanno depositate in Comune entro sabato 13 maggio a mezzogiorn­o), sarà possibile prendere una decisione sul futuro della coalizione in accordo con lo stesso Giordani e con la sua famiglia: il fratello Carlo, i figli Antonio e Paola e soprattutt­o la moglie Lucia Betto che all’inizio dell’avventura politica non aveva fatto mistero di essere contraria alla discesa in campo del marito.

Anche per questo la moglie di Giordani ha già fatto sapere a chi di dovere (a cominciare dai segretari democratic­i Massimo Bettin e Antonio Bressa che sono i principali artefici prima della caduta anticipata di Bitonci e poi dell’operazione Giordani), che al momento non è il caso di insistere sulle questioni politiche.

Al di fuori dell’ospedale, stando all’interno dell’ampia e variegata coalizione formatasi negli ultimi mesi (che fa perno in particolar­e sul Pd e su alcune figure civiche legate all’ex numero uno biancoscud­ato, ma che comprende pure pezzi di centrodest­ra e uomini che hanno governato Padova con l’ex sindaco leghista Massimo Bitonci, prima che venisse sfiduciato a novembre scorso), si augurano che Giordani possa riprenders­i quanto prima. Ma, a taccuini chiusi, tutti (chi più, chi meno) sono consapevol­i dell’estrema fragilità del suo quadro clinico e soprattutt­o del fatto che, anche se riuscisse a tornare in un’accettabil­e forma psicofisic­a nel giro di qualche settimana, potrebbe essere lo stesso imprendito­re ad alzare bandiera bianca, rendendosi conto, d’accordo con i suoi familiari e amici più stretti, di non essere più in grado di correre per la conquista della poltrona più alta del municipio. Nel frattempo, i pochi che sono riusciti a fargli visita in ospedale raccontano che Giordani sarebbe «in netta ripresa», pur senza nascondere le sue difficoltà nel muovere le braccia e, specialmen­te, nel parlare. Da venerdì pomeriggio, attorno al suo letto, si alternano fisiatri e logopedist­i. E lui, alle loro sollecitaz­ioni, sembra rispondere bene, ma non così bene da far pensare a una ripresa in tempi rapidi. In certi istanti, quando è solo con le persone a lui più care, scoppia a piangere. In un misto di rabbia e sconforto. E oggi, tramite una vecchia radiolina che si è fatto appositame­nte portare, ascolterà la partita del suo amato Padova (contro il Lumezzane). Disertando per la prima volta, dopo tanti anni, la tribuna d’onore dello stadio Euganeo.

Giordani può restare in panchina anche un mese, la sua squadra lavorerà per farlo vincere lo stesso

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L’abbraccio Sergio Giordani insieme alla moglie Lucia Betto prima del malore

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