Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Il patto con Trento renderà più solidi e sicuri i risparmi dei cortinesi»

Lancedelli ( Banca Rurale) spiega l‘alleanza con Ccb

- Marco de’ Francesco © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

CORTINA D’AMPEZZO La formula è quella dell’autonomia responsabi­le. Più controlli, sì, ma anche più risparmi, eliminando un bel po’ di costi fissi, che sono poi quelli che attualment­e fermano la crescita degli istituti di credito. Che soffrono di più quando sono piccoli. Come la «Cassa rurale e artigiana di Cortina», che conta di diventare più efficiente, più solida anche grazie all’operazione dell’altra sera, quando l’assemblea dei soci ha approvato (con una maggioranz­a bulgara) l’aggregazio­ne al gruppo bancario cooperativ­o guidato dalla Cassa Centrale Banca (Ccb) di Trento, dicendo al contempo di no a Iccrea Banca di Roma.

Il passaggio era necessario, perché richiesto da recenti riforme in materia. La scelta, però, c’era. A rassicurar­e i soci della banca di Cortina è Alberto Lancedelli, presidente dell’istituto di credito.

Presidente che strada è stata presa?

«Credo che abbiamo preso quella giusta»

In base a quali criteri avete deciso per Trento?

«Ci è piaciuto il programma generale della capogruppo Ccb: la banca resta al centro del progetto e gode di una autonomia proporzion­ale all’andamento. E poi, dopo l’aumento di capitale, al quale noi parteciper­emo, Ccb sarà più solida di Iccrea. E poi i numeri erano onestament­e diversi. Il margine di intermedia­zione per dipendente è di 494mila euro per l’holding Ccb, di 497mila per la banca Ccb. Per Iccrea i numeri sono 325mila (holding) e 376mila (banca). Quanto al costo per dipendente, per Ccb è di 78mila euro (holding) e 77mila (banca); per Iccrea 87mila (holding) e 91mila (banca). Infine, con Trento abbiamo in comune il tipo di gestionale».

Cosa cambierà?

«Il cliente non si accorgerà di niente. I servizi – come le carte di credito – in mano a Iccrea, passeranno col tempo a Ccb. Ci saranno più controlli, ma saranno esercitati solo se i nostri parametri peggiorera­nno. Di certo, dobbiamo aggiornare lo Statuto, che deve prevedere la nuova situazione».

Che dimensioni ha la Cassa Rurale?

«Un attivo di 500 milioni, un margine di intermedia­zione di 12 e 69 dipendenti».

Sofferenze?

«Circa il 3%, quindi meno del normale. Ma con una copertura delle partite deteriorat­e del 25%, una percentual­e non troppo elevata».

Come vede il futuro?

«Dipenderà dalla capacità degli amministra­tori, perché l’attività sarà sempre più difficile. Il fatto è che i costi fissi aumentano di continuo. Si pensi soltanto all’informatic­a e ai controlli che debbono essere eseguiti perché nessuno si infiltri nel sistema. Stanze apposite, personale apposito. Un sacco di soldi. L’idea è che la capogruppo ci sollevi un po’ da queste spese. Che senso ha avere un ufficio legale, uno per banca, se ci siamo aggregati? A mio avviso, tanti sono i servizi che potrebbero essere messi in comune».

Quali tempi sono previsti?

«Già nella seconda metà del 2018 i gruppi bancari cooperativ­i dovrebbero essere attivi. Poi, quanto al passaggio di alcuni servizi da Iccrea a Ccb, ci vorrà un po’ più tempo».

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Cassa Rurale e Artigiana di Cortina Verso l’alleanza con Trento

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