Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Giordani firma la candidatura in ospedale «Vado avanti, datemi due settimane»
Padova, la lettera e la telefonata dopo l’ischemia. «Ho scoperto i miei limiti, pronto a ripartire»
PADOVA «Grazie di cuore a tutti voi, ci vediamo presto». Si conclude così la lunga lettera con cui ieri sera, tramite il suo staff, Sergio Giordani ha voluto rassicurare i padovani sulle sue condizioni di salute. E, subito dopo, ufficializzare la sua decisione di restare candidato sindaco in vista delle amministrative dell’11 giugno prossimo. L’imprenditore, ricoverato ormai da sei giorni nella Stroke Unit della Clinica Neurologica dell’ospedale di Padova, pare davvero essersi ripreso, in tempi più rapidi anche rispetto alle più rosee aspettative, dal violento attacco ischemico che l’ha colpito la sera di giovedì scorso mentre si trovava a un incontro pubblico con alcuni militanti del Pd a Voltabarozzo, zona Sud della città.
Malgrado i medici lo invitino a frenare la sua smania di ripartire, e così fanno pure la moglie Lucia e i figli Antonio e Paola, quegli attimi terribili e concitati paiono soltanto un brutto ricordo. Lo sguardo perso nel vuoto, le gambe e le braccia che si afflosciano, la corsa in ospedale, l’intervento (tempestivo) di trombolisi per sciogliere il coagulo di sangue, la paura, lo sconforto e la rabbia. Prima dell’uomo e poi del «politico» (pure se questo termine proprio non gli garba) in corsa, ancora, per conquistare la poltrona più alta del Comune. Giordani, già presidente dell’Interporto nonché patron dell’ultimo Calcio Padova promosso in serie A nel 1994, oggi titolare della catena di negozi Non Solo Sport, dà proprio l’impressione di essersi già lasciato tutto alle spalle. Tanto che ieri, poco dopo aver ricevuto la lettera che a breve riprenderemo, abbiamo scambiato qualche battuta con lui al telefono. Anzi, è stato lui a chiamarci per dimostrare, direttamente, come anche la parola, dopo aver recuperato la capacità motoria, gli stia pian piano tornando. «Eccomi qua, sono Sergio – ha esordito, con la voce inevitabilmente un po’ impastata – Pensavate di esservi liberati di me, eh? E invece, negli ultimi mesi, non sono mai stato così bene. Nel senso che mi sono riposato un pochino e adesso, pure se avrò bisogno ancora di un paio di settimane di pausa, sono pronto a ripartire. Ci vediamo presto, sul serio». Proprio ieri, nel giorno del suo sessantaquattresimo compleanno, Giordani (alla presenza di un notaio nella sua stanza d’ospedale) ha firmato l’accettazione della candidatura. E quindi rimarrà lui, dopo che nelle ore immediatamente successive al fattaccio si era giocoforza dovuto immaginare un qualche (difficile) piano alternativo, l’aspirante primo cittadino dell’ampia e variopinta coalizione che lo sostiene, imperniata sul Pd e sulla lista civica che porta il suo nome e composta anche da alcuni ex assessori e consiglieri che, per due anni e mezzo, hanno governato Padova con l’allora sindaco leghista Massimo Bitonci, sfiduciato a metà novembre scorso ma già di nuovo in campo per riprendersi lo scettro del municipio. «Oggi più che mai – si legge nella lettera diffusa dagli uomini a lui più vicini, in testa l’amico avvocato Diego Bonavina, il segretario provinciale del Pd Massimo Bettin e il sottosegretario, già Ncd, Barbara Degani – mi sento un uomo fortunato perché, in queste ore così complesse, ho avvertito una vicinanza sincera che mi ha commosso. Non lo nascondo. È stato un momento difficile per me e per i miei cari. Ho scoperto una fragilità che non conoscevo. E la forza con la quale oggi scelgo di continuare nasce proprio dall’umanità con la quale mi sono confrontato in questi giorni. Mi ha arricchito l’aver toccato con mano i miei limiti». Parole dolci, da parte di Giordani, pure per i suoi fedelissimi: «Con i miei collaboratori ho costruito un vero rapporto umano. Senza di loro non mi sarei messo in cammino. Ed è insieme a loro che oggi scelgo di proseguire». Quindi, la voglia di andare avanti: «Ho valutato tutti gli elementi – prosegue la lettera – e sono assolutamente consapevole di cosa significhi guidare una campagna elettorale. Un elemento fondamentale, per questa mia decisione, è stato avvertire così forte l’affetto di tutta la mia squadra con la quale, in questi mesi, ho costruito quel cambiamento che Padova merita e del quale mi sento responsabile». E a fare le veci dell’imprenditore, almeno nei prossimi quindici giorni, sarà proprio la sua squadra. Perché il voto si avvicina. E gli avversari, fermatisi anche loro per rispetto del rivale, sono pronti a ricominciare. L’uomo da battere, pur senza sottovalutare Arturo Lorenzoni (Coalizione Civica) e Simone Borile (M5S), era e rimane Bitonci. Ma Giordani, la sfida più importante, pare già averla vinta. Bentornato.
Sergio Giordani Mi sento un uomo fortunato, ho sentito una vicinanza vera che mi ha commosso