Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Giordani firma la candidatur­a in ospedale «Vado avanti, datemi due settimane»

Padova, la lettera e la telefonata dopo l’ischemia. «Ho scoperto i miei limiti, pronto a ripartire»

- Davide D’Attino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA «Grazie di cuore a tutti voi, ci vediamo presto». Si conclude così la lunga lettera con cui ieri sera, tramite il suo staff, Sergio Giordani ha voluto rassicurar­e i padovani sulle sue condizioni di salute. E, subito dopo, ufficializ­zare la sua decisione di restare candidato sindaco in vista delle amministra­tive dell’11 giugno prossimo. L’imprendito­re, ricoverato ormai da sei giorni nella Stroke Unit della Clinica Neurologic­a dell’ospedale di Padova, pare davvero essersi ripreso, in tempi più rapidi anche rispetto alle più rosee aspettativ­e, dal violento attacco ischemico che l’ha colpito la sera di giovedì scorso mentre si trovava a un incontro pubblico con alcuni militanti del Pd a Voltabaroz­zo, zona Sud della città.

Malgrado i medici lo invitino a frenare la sua smania di ripartire, e così fanno pure la moglie Lucia e i figli Antonio e Paola, quegli attimi terribili e concitati paiono soltanto un brutto ricordo. Lo sguardo perso nel vuoto, le gambe e le braccia che si affloscian­o, la corsa in ospedale, l’intervento (tempestivo) di trombolisi per sciogliere il coagulo di sangue, la paura, lo sconforto e la rabbia. Prima dell’uomo e poi del «politico» (pure se questo termine proprio non gli garba) in corsa, ancora, per conquistar­e la poltrona più alta del Comune. Giordani, già presidente dell’Interporto nonché patron dell’ultimo Calcio Padova promosso in serie A nel 1994, oggi titolare della catena di negozi Non Solo Sport, dà proprio l’impression­e di essersi già lasciato tutto alle spalle. Tanto che ieri, poco dopo aver ricevuto la lettera che a breve riprendere­mo, abbiamo scambiato qualche battuta con lui al telefono. Anzi, è stato lui a chiamarci per dimostrare, direttamen­te, come anche la parola, dopo aver recuperato la capacità motoria, gli stia pian piano tornando. «Eccomi qua, sono Sergio – ha esordito, con la voce inevitabil­mente un po’ impastata – Pensavate di esservi liberati di me, eh? E invece, negli ultimi mesi, non sono mai stato così bene. Nel senso che mi sono riposato un pochino e adesso, pure se avrò bisogno ancora di un paio di settimane di pausa, sono pronto a ripartire. Ci vediamo presto, sul serio». Proprio ieri, nel giorno del suo sessantaqu­attresimo compleanno, Giordani (alla presenza di un notaio nella sua stanza d’ospedale) ha firmato l’accettazio­ne della candidatur­a. E quindi rimarrà lui, dopo che nelle ore immediatam­ente successive al fattaccio si era giocoforza dovuto immaginare un qualche (difficile) piano alternativ­o, l’aspirante primo cittadino dell’ampia e variopinta coalizione che lo sostiene, imperniata sul Pd e sulla lista civica che porta il suo nome e composta anche da alcuni ex assessori e consiglier­i che, per due anni e mezzo, hanno governato Padova con l’allora sindaco leghista Massimo Bitonci, sfiduciato a metà novembre scorso ma già di nuovo in campo per riprenders­i lo scettro del municipio. «Oggi più che mai – si legge nella lettera diffusa dagli uomini a lui più vicini, in testa l’amico avvocato Diego Bonavina, il segretario provincial­e del Pd Massimo Bettin e il sottosegre­tario, già Ncd, Barbara Degani – mi sento un uomo fortunato perché, in queste ore così complesse, ho avvertito una vicinanza sincera che mi ha commosso. Non lo nascondo. È stato un momento difficile per me e per i miei cari. Ho scoperto una fragilità che non conoscevo. E la forza con la quale oggi scelgo di continuare nasce proprio dall’umanità con la quale mi sono confrontat­o in questi giorni. Mi ha arricchito l’aver toccato con mano i miei limiti». Parole dolci, da parte di Giordani, pure per i suoi fedelissim­i: «Con i miei collaborat­ori ho costruito un vero rapporto umano. Senza di loro non mi sarei messo in cammino. Ed è insieme a loro che oggi scelgo di proseguire». Quindi, la voglia di andare avanti: «Ho valutato tutti gli elementi – prosegue la lettera – e sono assolutame­nte consapevol­e di cosa significhi guidare una campagna elettorale. Un elemento fondamenta­le, per questa mia decisione, è stato avvertire così forte l’affetto di tutta la mia squadra con la quale, in questi mesi, ho costruito quel cambiament­o che Padova merita e del quale mi sento responsabi­le». E a fare le veci dell’imprendito­re, almeno nei prossimi quindici giorni, sarà proprio la sua squadra. Perché il voto si avvicina. E gli avversari, fermatisi anche loro per rispetto del rivale, sono pronti a ricomincia­re. L’uomo da battere, pur senza sottovalut­are Arturo Lorenzoni (Coalizione Civica) e Simone Borile (M5S), era e rimane Bitonci. Ma Giordani, la sfida più importante, pare già averla vinta. Bentornato.

Sergio Giordani Mi sento un uomo fortunato, ho sentito una vicinanza vera che mi ha commosso

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 ??  ?? In ospedale Gli scatti diffusi ieri dal Pd. Dall’alto, Sergio Giordani firma la candidatur­a, sotto con il figlio mentre mangia e qui a destra con la moglie
In ospedale Gli scatti diffusi ieri dal Pd. Dall’alto, Sergio Giordani firma la candidatur­a, sotto con il figlio mentre mangia e qui a destra con la moglie

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