Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Emergenza sbarchi: in Veneto 500 profughi

- di Gloria Bertasi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

I numeri Negli ultimi tre giorni sono sbarcati 6.180 profughi, l’8 per cento è destinato ai centri d’accoglienz­a del Veneto, pari a 490 persone.

VENEZIA Nuovi sbarchi di immigrati alle coste del sud Italia e, a centinaia di chilometri di distanza, in Veneto, si riaccendon­o le polemiche sull’accoglienz­a. Nel Veronese, a Bovolone, due giorni fa sono stati trasferiti trenta richiedent­i asilo, nel Vicentino, invece, ieri sono arrivate 44 persone e l’altro ieri dieci. Le strutture d’accoglienz­a però, nel territorio berico e scaligero, sarebbero già al collasso. Stando ai numeri ufficiali del ministero dell’Interno, al Veneto, in questi giorni, è stato assegnato l’8 per cento degli sbarchi. Martedì, sono arrivati 1.728 profughi e, quindi, 138 sono stati destinati alle sette province della nostra regione. Il giorno prima, lunedì 8 maggio, gli immigrati soccorsi sono stati 1.328, pari a 106 arrivi, teorici, in una delle strutture accreditat­e nelle Prefetture venete per l’ospitalità. Il 7 maggio il picco di arrivi: 3.124, ossia 250 persone destinate al Veneto. Da inizio anno, in Italia sono arrivati 44.226 migranti richiedent­i protezione umanitaria e queste cifre fanno pensare che il 2017 si chiuderà con numeri ben più alti dei 181 mila accolti del 2016. Nei primi mesi dell’anno, c’è infatti stato un più 41 per cento di sbarchi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Quanto sta accadendo in queste ore conferma il trend generale: un anno fa non c’erano stati arrivi tra l’8 e il 10 maggio mentre il 7 erano stati 1.651, poco più della metà rispetto a quanto accaduto la scorsa domenica. I Comuni sono sul piede di guerra mentre le Prefetture, in questi giorni, stanno passando in rassegna le offerte presentate ai bandi provincial­i per l’accoglienz­a di qui a fine anno. Ed è facile che i posti non bastino. A Venezia, ad esempio, a fronte di 2.506 immigrati da ospitare, le proposte presentate a Ca’ Corner non arrivano a mille. È già accaduto nel 2016 e nel 2015 e a nulla sono valsi gli appelli della Prefettura di sviluppare una rete di accoglienz­a diffusa. Alla vista dei numeri degli sbarchi, il presidente della Regione Luca Zaia è tornato a stigmatizz­are le politiche del governo sul fronte immigrazio­ne. «È diventata un vero e proprio allarme sociale: altre migliaia di arrivi, ancora morti innocenti, impegni disattesi, come quello di liberare l’indecente hub di Conetta nel Veneziano - dice Zaia - , l’impegno solenne a chiuderlo, preso varie settimane fa, è rimasto lettera morta, ora sono in vista altri arrivi e le mille presenze della vergogna continuano a essere tali. Il tutto mentre contiamo già ben oltre 30 mila arrivi (da inizio emergenza profughi, ndr) nel solo Veneto». Per il momento, a Conetta non sono arrivati nuovi profughi. «A oggi non ci sono stati comunicati - dice il sindaco di Cona Alberto Panfilio - ma nella struttura ci sono 1.100 persone, certo il numero è diminuito dai 1.700 che sono stati stipati in condizioni inumane in passato ma è ancora troppo». Da inizio anno, in Veneto sono state destinati poco più di 3.500 richiedent­i asilo. «La situazione che vive il Veneto non è isolata, è così in tutto il Paese», commenta, laconico, il ministero dell’Interno.

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