Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Via all’invasione, oggi chiude il centro
Adunata, dalle 13 l’interno mura vietato alle auto. E scatta il bando ai trabiccoli: «No a un’Oktober Fest col cappello alpino». La scelta del commercio: i negozi «grandi firme» chiusi nel week end
TREVISO Sono arrivati, la città già brulica di penne nere. Ieri è iniziata la pacifica, rumorosa e gioiosa invasione degli alpini che rimarranno fino alla sfilata di domenica per l’Adunata del Piave. Cantano nelle piazze, strombazzano per le strade, innalzano brindisi in ogni angolo e rallegrano Treviso con i loro cori. Ma mentre bar e ristoranti allestiscono spine di birra in ogni angolo della città, preparandosi all’onda di visitatori da cinquecentomila persone, il commercio trevigiano si interroga e si divide. C’è chi rimarrà aperto con orario continuato ogni giorno, ma anche chi chiuderà sicuramente domenica, spesso sabato e in alcuni casi anche venerdì.
«Sarà impossibile venire in centro per noi e per i clienti, è un disagio che non possiamo affrontare, considerato che gli incassi non ci saranno», spiegano alcune commesse, mentre altri negozi, pur abbassando le saracinesche, aprono comunque le braccia agli alpini: «Questa è la loro festa, sono pochi giorni di disagio per noi e li possiamo sopportare serenamente perché sono dedicati a loro, sono i benvenuti – spiegano da un grande negozio in piazza Borsa -. Per noi tenere aperto sarebbe un sacrificio ma le vetrine rimarranno illuminate al loro passaggio».
Aperti tutti i giorni, compresa domenica, sono per esempio Benetton, Sisley e Ovs, ma anche altri negozi di dimensioni inferiori e monomarca. Le grande firme invece si fermano tutte la domenica e molte vanno oltre: Le Noir, in piazza Indipendenza, sta valutando il sabato spento, il Duca d’Aosta chiude da venerdì, Miozzi aspetta il venerdì mattina per decidere se chiudere anche il sabato, Furla idem. Chiudono anche alcuni estetisti e parrucchieri, perché i disagi sono considerati superiori ai vantaggi, quando la città si dedica agli alpini.
Oltre al fuggi-fuggi dei negozianti c’è anche quello dei residenti del centro storico e della prima periferia, molti dei quali lasceranno Treviso già a partire da stasera: preferiscono un week end di vacanza e riposo. «Davanti all’ingresso di casa mia – racconta un commerciante e residente – c’è una fila di dieci bagni chimici. Preferisco andare via in questi giorni».
Il traffico ieri ha retto, a testimonianza che gli ingorghi di martedì mattina erano dovuti soprattutto alla pioggia, ma il vero test per la viabilità trevigiana è quello di oggi, perché alle 13 chiude tutto l’interno mura e alle 16 scatta la ztl nella prima fascia urbana, con il divieto di transito sul Put. È qui che si capirà se gli ampi blocchi riusciranno a reggere l’urto di migliaia di visitatori, e a garantire a residenti e operatori la gestione della quotidianità. «Sarà una chiusura graduale – assicura il responsabile dei grandi eventi per il Comune Roberto Mazzon -. La città come previsto dal piano viabilità verrà chiusa al traffico per aree concentriche, via via più vaste, per tornare alla normalità nella notte fra domenica e lunedì».
L’Adunata del Piave inizierà ufficialmente alle 9 di domani mattina con l’alzabandiera e la deposizione della corona al monumento ai Caduti di piazza Vittoria.
Il Comitato organizzatore ricorda che da oggi entra in vigore l’ordinanza del sindaco che vieta i «trabiccoli», i mezzi folcloristici non omologati al Codice della strada e pericolosi per l’incolumità delle persone (quelle a bordo ma non solo): «L’Adunata non deve diventare una Oktober Fest col cappello alpino, ma un momento forte e intenso in cui noi alpini ricordiamo i nostri valori, il senso di appartenenza e l’amore per la patria», ha ribadito il presidente del Coa Luigi Cailotto. «Deve essere un’adunata divertente ma ispirata ai valori alpini e nel rispetto della sicurezza», ha sottolineato il sindaco Giovanni Manildo, incontrando la protezione civile che da lunedì ha avviato il centro operativo per le emergenze. Manildo risponde anche al consigliere Davide Acampora, che aveva lamentato la mancata chiusura delle scuole: «Un’ordinanza contingibile e urgente viene emanata dal sindaco quando ne esistono le condizioni, e questo non è il caso. Non sa di cosa parla e soprattutto non conosce il funzionamento della macchina amministrativa. Avrebbe significato chiudere tutti i servizi pubblici al cittadino e generare disservizi. E invece, come noto, giovedì e venerdì gli uffici pubblici rispetteranno i consueti orari». E il consigliere Pd Nicolò Rocco incalza: «Quello di Acampora è un attacco al sindaco e al comitato organizzatore dell’adunata, una richiesta da dilettante allo sbaraglio, totalmente sproporzionata rispetto alla situazione. Come cittadini dovremo fare dei sacrifici nei prossimi giorni, ma minori rispetto a quelli degli alpini per l’Italia quando è richiesto il loro intervento».