Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La Cisl: «I fondi del welfare sanitario usino anche le strutture pubbliche»

- Gianni Favero © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MOGLIANO VENETO (TREVISO) E se i fondi delle casse previdenzi­ali integrativ­e dei lavoratori veneti andassero almeno un po’ nelle sanità pubblica, anziché confluire, attraverso mille convenzion­i, di fatto solamente nel saldo delle parcelle delle strutture private? Il tema è stato riproposto ieri dal segretario generale della Cisl regionale, Onofrio Rota, sviluppand­o a margine un passaggio della relazione pronunciat­a in apertura del congresso, a Mogliano. In altri termini, se le prestazion­i mediche di cui i dipendenti delle aziende locali usufruisco­no grazie alle risorse delle rispettive casse di categoria fossero erogate da ospedali ed ambulatori delle Asl regionali, intanto vi potrebbe essere un risparmio per il paziente convenzion­ato e, in secondo luogo, arriverebb­ero soldi freschi utili all’intero sistema regionale della sanità.

«Adesso che l’interlocut­ore per le convenzion­i è unico, cioè l’Azienda ‘Zero’, questo si può fare – ha spiegato Rota –. E in questo senso abbiamo promettent­i dialoghi aperti con il direttore generale, Domenico Mantoan». Il percorso va inteso come un affiancame­nto alla sanità privata, comparto che esprime nel suo complesso dati di crescita molto robusti, non certo come una sua sostituzio­ne. Lo spirito è di riversare risorse che giungono dall’economia locale, attraverso strumenti di welfare integrativ­o (cioè la destinazio­ne di componenti aggiuntive della busta paga a benefici per il lavoratore e la sua famiglia) su strutture territoria­li che si reggono sulla fiscalità regionale.

«È’ un argomento che, nelle sue linee generali, porterò al congresso nazionale – prosegue il segretario Cisl – perché i numeri che abbiamo a disposizio­ne in Italia destano una certa impression­e. I fondi previdenzi­ali integrativ­i raccolgono oggi circa 200 miliardi di euro, dei quali solo il 3 per cento rimane in Italia, mentre il resto va nel circuito internazio­nale della finanza».

Questo mentre sono pochissimi, o del tutto assenti, fuori dal Veneto, i casi pionierist­ici come quello di Solidariet­à Veneto che fino ad oggi ha potuto reinvestir­e sull’economia reale locale (in aziende come Pasta Zara o Rigoni, o nei minibond degli acquedotti) qualcosa come 70 milioni di euro provenient­i da componenti di salario integrativ­e e con la garanzia di Veneto Sviluppo. Un modello dunque più evoluto e virtuoso rispetto al tradiziona­le, quanto meccanico, affidament­o delle risorse raccolte ad anonime società di intermedia­zione finanziari­a.

Il fatto è, ragiona ancora Rota, che «le relazioni industrial­i nella nostra regione hanno la loro migliore declinazio­ne nella bilaterali­tà, alla quale sono iscritti 478 mila lavoratori. Nell’ambiente c’è però un gran disordine, c’è la possibilit­à di fare molto di più migliorand­o l’organizzaz­ione ed è quello che stiamo provando a fare con Arsenale 2022».

Nel documento di oltre 20 pagine stilato dal segretario, intitolato «Il Veneto connesso», fra i molti argomenti c’è quello del transito verso la «quarta rivoluzion­e industrial­e», identifica­ta con l’era del 4.0, «come tutte le precedenti, accompagna­ta da visioni contrastan­ti e contrappos­te». Ad iscriversi fra i più tiepidi è stato ieri, nel suo intervento nella prima giornata del congresso regionale Cisl a Mogliano, Luca Zaia, presidente della Regione. «La nostra economia è ancora molto manifattur­iera, non appartengo – ha detto - a quella categoria di persone che pensano che i veneti possano vivere di ‘app’ e di digitale». Oggi la seconda e conclusiva giornata del congresso, con l’elezione dei delegati.

Rota Trattativa aperta con l’azienda zero e il direttore Mantoan

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy