Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Dentro il padiglione tedesco: pareti candide, cani in gabbia e performer che strisciano e gattonano tra i visitatori
«Step back, stop pushing please!» «Fate un passo indietro, non spingete, per favore». Sono gli ordini gridati a centinaia di visitatori che ieri attendevano di entrare all’affollatissima inaugurazione del padiglione tedesco alla Biennale 2017. Niente da fare: la gente s’accalca, spinge e si lamenta, anche per il caldo. «Siamo qui da 45 minuti», grida una coppia di tedeschi dalla metà della coda. A far salire l’attesa per la performance all’interno ci ha pensato il padiglione blindato, a saracinesche abbassate. «Il motivo non si può dire, l’inaugurazione è fuori», era la spiegazione degli addetti ai lavori. Poi i discorsi delle autorità nello spazio gremito davanti alle colonne del padiglione: accanto al presidente della Biennale Paolo Baratta, c’erano l’artista rappresentante della Germania, Anne Imhof, la curatrice Susanne Pfeiffer, direttrice del museo Fridericianum di Kassel, il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel e il ministro della Cultura federale, Monika Gruetter. Durante i saluti ufficiali, si forma una fila davanti all’ingresso laterale dello spazio espositivo, ordinata fino a quando la delegazione tedesca entra nell’edificio. Poi la folla che si trovava di fronte al padiglione si sposta in massa e preme all’ingresso sul lato, circondato dai visitatori. Voci di corridoio dicono che gli organizzatori non si aspettassero questa affluenza, aiutata anche dal clamore sorto per i Dobermann nella recinzione all’ingresso: i cani, parte della performance di apertura “Faust” di Imhof, secondo gli animalisti sarebbero stati sottoposti a stress eccessivo, anche per il continuo viavai di curiosi e visitatori. Dopo alcuni minuti, si alza la saracinesca laterale e il pubblico in coda può entrare. I visitatori sgomitano e le file posteriori spingono al punto che i primi incespicano nella scala d’accesso. Dentro al padiglione, il candore delle pareti stride con la bolgia infernale appena superata e la sua uniformità viene interrotta soltanto dai piedistalli fissati ai muri:
Biennale
Sopra il presidente Paolo Baratta Sotto due momenti all’interno della mostra su di essi stanno le persone parte della performance, in piedi o accucciate, alternano momenti in cui agitano la testa furiosamente a momenti di quiete, accompagnati dai suoni di sottofondo. Il pavimento è trasparente e permette di vedere i performer che, sotto i piedi dei visitatori, strisciano, gattonano, muovono la testa, costretti “a quattro zampe” dalle dimensioni dell’intercapedine. Proprio come i Doberman oggetto della polemica che, all’esterno, corrono da una parte all’altra del recinto, agitati. Una signora si avvicina troppo alla recinzione e i Dobermann rizzano coda e orecchie, iniziando ad abbaiare. Il personale del padiglione attorno alla gabbia, intima ai visitatori di allontanarsi, spazientito. «Non è mai stato così affollato, li abbiamo abituati a stare in mezzo alla gente – dice un’addetta - Non capisco perché la gente continui ad avvicinarsi». Gli animali si calmano, ma solo fino all’arrivo di un altro cane al guinzaglio di un visitatore, che attira la loro attenzione e li eccita di nuovo.