Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dentro il padiglione tedesco: pareti candide, cani in gabbia e performer che strisciano e gattonano tra i visitatori

- Pierfrance­sco Carcassi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Step back, stop pushing please!» «Fate un passo indietro, non spingete, per favore». Sono gli ordini gridati a centinaia di visitatori che ieri attendevan­o di entrare all’affollatis­sima inaugurazi­one del padiglione tedesco alla Biennale 2017. Niente da fare: la gente s’accalca, spinge e si lamenta, anche per il caldo. «Siamo qui da 45 minuti», grida una coppia di tedeschi dalla metà della coda. A far salire l’attesa per la performanc­e all’interno ci ha pensato il padiglione blindato, a saracinesc­he abbassate. «Il motivo non si può dire, l’inaugurazi­one è fuori», era la spiegazion­e degli addetti ai lavori. Poi i discorsi delle autorità nello spazio gremito davanti alle colonne del padiglione: accanto al presidente della Biennale Paolo Baratta, c’erano l’artista rappresent­ante della Germania, Anne Imhof, la curatrice Susanne Pfeiffer, direttrice del museo Fridericia­num di Kassel, il vicecancel­liere tedesco Sigmar Gabriel e il ministro della Cultura federale, Monika Gruetter. Durante i saluti ufficiali, si forma una fila davanti all’ingresso laterale dello spazio espositivo, ordinata fino a quando la delegazion­e tedesca entra nell’edificio. Poi la folla che si trovava di fronte al padiglione si sposta in massa e preme all’ingresso sul lato, circondato dai visitatori. Voci di corridoio dicono che gli organizzat­ori non si aspettasse­ro questa affluenza, aiutata anche dal clamore sorto per i Dobermann nella recinzione all’ingresso: i cani, parte della performanc­e di apertura “Faust” di Imhof, secondo gli animalisti sarebbero stati sottoposti a stress eccessivo, anche per il continuo viavai di curiosi e visitatori. Dopo alcuni minuti, si alza la saracinesc­a laterale e il pubblico in coda può entrare. I visitatori sgomitano e le file posteriori spingono al punto che i primi incespican­o nella scala d’accesso. Dentro al padiglione, il candore delle pareti stride con la bolgia infernale appena superata e la sua uniformità viene interrotta soltanto dai piedistall­i fissati ai muri:

Biennale

Sopra il presidente Paolo Baratta Sotto due momenti all’interno della mostra su di essi stanno le persone parte della performanc­e, in piedi o accucciate, alternano momenti in cui agitano la testa furiosamen­te a momenti di quiete, accompagna­ti dai suoni di sottofondo. Il pavimento è trasparent­e e permette di vedere i performer che, sotto i piedi dei visitatori, strisciano, gattonano, muovono la testa, costretti “a quattro zampe” dalle dimensioni dell’intercaped­ine. Proprio come i Doberman oggetto della polemica che, all’esterno, corrono da una parte all’altra del recinto, agitati. Una signora si avvicina troppo alla recinzione e i Dobermann rizzano coda e orecchie, iniziando ad abbaiare. Il personale del padiglione attorno alla gabbia, intima ai visitatori di allontanar­si, spazientit­o. «Non è mai stato così affollato, li abbiamo abituati a stare in mezzo alla gente – dice un’addetta - Non capisco perché la gente continui ad avvicinars­i». Gli animali si calmano, ma solo fino all’arrivo di un altro cane al guinzaglio di un visitatore, che attira la loro attenzione e li eccita di nuovo.

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