Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Principesse e popstar alla festa di Pinault il derby del glamour tra Italia e Francia
Le provocazioni di Courtntey Love, lo stile dell’attrice francese Isabelle Huppert, l’eleganza di Bianca Arrivabene, il carisma di Damien Hirst. La classe italiana della mecenate dell’arte Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, il profilo del gallerista Larry Gagosian, il mistero della principessa Farah Pahlavi. Il party di Pinault alla fondazione Cini, ieri sera, il più blindato di questi giorni, con rigidi controlli all’ingresso con i metal detector, ha dimostrato ancora una volta come l’Italia e la Francia abbiano ancora molto da dirsi, quantomeno a tavola. I 1.500 ospiti del magnate del lusso, accolti nei saloni senza tempo della fondazione all’isola di San Giorgio, da un lusso ostentato nell’addobbo dei tavoli e nel gusto tutto italiano di disporre le 4mila ostriche arrivate da Parigi: limoni, fiori, luci di perla, tutto concorreva a fare della festa di Pinault il trionfo della grandeur francese, ringalluzzita dopo la vittoria di Macron alle presidenziali. Ma la grand bouffe di feste, party e after dinner, cominciata martedì sulla terrazza del TFontego per celebrare proprio il padiglione della Francia, ha ancora molto da dire in città, almeno fino a sabato e domenica. Martedì al Fontego i finger food dolci e salati di Alajmo, innaffiati da champagne Ruinart. Tra gli ospiti si sono visti Luca Massimo Barbero, Philip Rylands, il marchese Sigfrido di Canossa e l’ex ministro della Cultura, Giovanna Melandri, in abito da cocktail bianco e rosso. Stasera la ribalta d’onore spetta a Prada che per l’evento d’apertura della mostra «The Boat is leaking. The Captain Lied» del regista Alexander Kluge a Ca’ Corner della Regina, schiera un parterre di artstar: Damien Hirst, Francesco Vezzoli, Luc Tuymans, Ingar Dragset, Michael Elmgreen, Andreas Gursky. Ieri è stata anche la serata del party organizzato dalla rivista ell’artista Maurizio Cattelan, Toilet paper, all’abazia della Misericordia, luogo nuovo per eventi e feste, che ha debuttato col party in onore del Padiglione Italia di Cecilia Alemani, grande amica di Cattelan. Ma stasera l’elenco è lungo. Faranno festa anche Swatch, la casa svizzera di orologi colorati partner della Biennale d’arte, che organizza un lunch placée per cento ospiti internazionali alla fondazione Guggenheim, la neonata Vac Foundation del miliardario russo Leonid Mikhelson con un concerto al Goldoni e l’artista americano Mark Bradford, stella del padiglione americano, che festeggia con un gala a palazzo Ducale. Tutti eventi dove era necessario esibire invito cartonato possibilmente originale (non copie o stampe da computer, per dire). Dove invece si può fare capolino e accomodarsi a tavola mangiando con un artista della Biennale è invece in Tavole Aperte, la novità di quest’anno voluta dalla curatrice Christine Macel: per tutta la durata della Mostra, con un programma da ieri fino a novembre consultabile sul sito della Biennale (www.labiennale.org) visitando la Mostra il venerdì e il sabato ci si può prenotare e mangiare con gli artisti disponibili. Ieri inaugurazione con tutti gli onori per l’artista argentina Liliana Porter, generosa videoartista che durante tutto il pranzo ha toccato ben poco del menu (focaccia genovese con affettati, insalata di pasta, frutta, biscottini veneziani) presa com’era dal raccontare di sé e del suo metodo d’artista, fatto di accumulazione di piccoli oggetti del quotidiano. Come lavora? «With joy», «con gioia», proclama stentorea Liliana, raccontando divertita di aver perfino inventato un’artista insieme a una delle sue «complici», giusto per il gusto di moltiplicare le proprie identità d’artista e giocare col mondo dell’arte. «E’ commovente quando qualcuno si interessa al tuo lavoro», dice Liliana alla fine. Vicino a lei, seduta a tavola, la collezionista Patrizia Sanretto Re Rebaudendo, entusiasta di questa Biennale: «E’ bello conoscere artisti nuovi, non sempre mi capita».