Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
LA MONTAGNA E LA SFIDA DI INDUSTRIA 4.0
annunciata costituzione del «competence center» del Nordest, confermata a mezzo stampa dai nove atenei del Triveneto, è una notizia positiva per le imprese che guardano, con prospettive e sentimenti diversi, alla sfida decisiva della rivoluzione tecnologica in atto. Alcune, infatti, si sono già attrezzate. Altre iniziano solo adesso a porsi la questione di cosa significhi, nella sostanza, Industria 4.0. Ha dunque ragione Sandro Mangiaterra, quando sostiene, nel suo editoriale del 9 maggio,, che anche le imprese e la politica sono chiamate a giocare questa partita. Possibilmente insieme.
In che modo? Per riprendere il titolo del saggio introduttivo di Stefano Micelli al «Rapporto 2017» della Fondazione Nord Est, si tratta di ricomporre crescita e territorio. E’ una sintesi efficace, la sua, della «road map» alla quale questo territorio, anzi questi territori, dovranno ispirarsi per impedire che le attuali performance economiche positive non si rivelino effimere. Le criticità non mancano. A un contesto internazionale sempre più problematico e incerto si sommano tendenze demografiche preoccupanti, con una popolazione che invecchia a ritmi sorprendenti (soprattutto in montagna) e con una percentuale significativa di giovani che, privati della fiducia e della speranza, scelgono di realizzare altrove le proprie aspettative.
E’ una questione di attrattività, ci dice la Fondazione Nord Est. E di competitività. Insomma: di una visione condivisa sul futuro di quest’area del Paese. Scrive Micelli: «Solo la costruzione di una nuova prospettiva culturale e di una politica condivisa, capace di tenere insieme processi di internazionalizzazione e difesa della classe media, competitività e inclusione sociale, innovazione tecnologica e valorizzazione del patrimonio culturale potrà favorire una cornice solida ai progetti avviati e fornire punti di riferimento credibili alle classi dirigenti che vogliano rilanciare la crescita attraverso un dialogo e un confronto con le regioni più competitive in Italia e in Europa».
Ed è proprio in questa direzione che si sta muovendo Confindustria Belluno Dolomiti, in particolare per far sì che la montagna diventi il centro di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile e inclusivo, che ridia valore e attrattività al territorio e che permetta la creazione di un ecosistema favorevole al fare impresa e all’innovazione, proiettato al futuro anche grazie alle opportunità di Industria 4.0.
E proprio l’idea di contribuire al «diffondersi di una cultura del fare tecnologico» è alla base del «digital innovation hub» che – insieme alla Provincia di Belluno, al Consorzio dei Comuni, al Comune di Feltre, all’Università di Trento e all’Istituto Tecnico Industriale Negrelli – abbiamo attivato a Feltre, a servizio dell’intero territorio bellunese.
Due gli obiettivi di fondo: 1) aiutare e sostenere il trasferimento tecnologico alle imprese, anche a quelle che ancora non si sono preoccupate del cambio di paradigma imposto dalla quarta rivoluzione industriale, ovviamente in sinergia con gli altri digital innovation hub e con i competence center; 2) diffondere la cultura e le competenze tecnologiche, unendo il «sapere» al «saper fare», superando la distinzione tra saperi pratici e teorici, nell’ottica di una fattiva collaborazione tra imprese e sistema della formazione, al fine di prefigurare un quadro quanto più ampio possibile delle future qualificazioni e professioni nell’industria 4.0.
Insomma: a Belluno le imprese, attraverso la nostra Associazione, e le amministrazioni pubbliche non sono rimaste in attesa, ma hanno deciso di giocare insieme la partita della quarta rivoluzione industriale: la messa a punto di un grande progetto di rilancio della competitività del territorio basato su Industria 4.0 rappresenta un’opportunità che, soprattutto la montagna, non può permettersi di perdere. L’
Confindustria Le imprese e il pubblico giocano insieme la partita della quarta rivoluzione industriale
*Presidente di Confindustria Belluno Dolomiti