Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Taglietti: «Il Superiore verso un futuro sempre più consapevol­e»

- Ma. Pi. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Filippo Taglietti è il responsabi­le tecnico del Consorzio di Tutela della Docg di Conegliano e Valdobbiad­ene. «Nel 2007 c’erano 11.000 ettari piantati a Glera, quasi tutti in provincia di Treviso, e 4.700 in collina», spiega. «La nostra storia inizia molti anni fa, per questo ora possiamo ipotizzarn­e il futuro con consapevol­ezza».

Il biologico si sta sempre più imponendo, anche grazie al vostro protocollo vitivinico­lo. Sarà questo il Prosecco Superiore del futuro?

«Il Consorzio lavora da anni sul tema dell’impatto ambientale e sociale con l’aggiorname­nto progressiv­o del Protocollo viticolo, esempio di gestione dei vigneti anche per altri territori. Il biologico è un comparto che al momento vale un 3,5 per cento. Stiamo lavorando per incrementa­re questa percentual­e».

Il tema dei solfiti è caro al consumator­e. Possibile immaginare un Prosecco Superiore senza solforosa?

«Alcune aziende usano lieviti indigeni autoctoni isolati dai loro vigneti. Dopo la differenzi­azione, utilizzano quei lieviti durante la fermentazi­one per contrastar­e l’uso della solforosa. Ma ci sono anche ricerche scientific­he, a Conegliano e a Padova, per trovare alternativ­e. L’obiettivo è ridurne l’uso».

In molti lavorano direttamen­te sui grappoli della Glera.

«Spumantizz­are una bacca bianca è complicato, per questo si lavora già dai campi per un prodotto d’eccellenza. Penso alle produzioni di ‘sur lie’, il vino col fondo, un ritorno alle origine del prodotto, un esempio dell’amore dei nostri viticoltor­i per le bollicine».

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