Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Respinto, la massacra a coltellate

La uccide nell’auto vicino alla scuola in cui lavorava come cuoca. Poi tenta il suicidio

- Angela Tisbe Ciociola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

PADOVA L’ha uccisa in auto, nel parcheggio vicina alla scuola. La furia forse perchè respinto, una relazione che lei voleva troncare. Per questo Luigi, pizzaiolo, ha ucciso Natasha (in foto) a coltellate e poi ha tentato il suicidio.

TREBASELEG­HE (PADOVA) Un lenzuolo bianco copriva il vetro dell’auto, a nascondere il corpo martoriato della vittima. Il suo sangue mischiato a quello dell’uomo che l’ha uccisa e che poi ha tentato di togliersi la vita, senza però riuscirci.

Natasha Bettiolo, 46 anni, e Luigi Sibilio, di 11 anni più giovane, sono stati trovati fianco a fianco all’interno di una Lancia Y, in via Fermi a Trebaseleg­he. Lei, di Massanzago, con il busto squarciato da quattro coltellate e ormai morta. Lui, originario di Napoli ma da anni in Veneto, con una profonda ferita allo stomaco, riverso ma ancora vivo. È stato Sibilio stesso a colpirsi, dopo essersi accanito sul corpo della donna che non voleva lasciare andare.

Erano da poco passate le 16 quando un passante ha notato quell’auto bianca parcheggia­ta dietro l’Istituto comprensiv­o del paese, a due passi dagli impianti sportivi. Ad attirare la sua attenzione è stato il sangue che aveva riempito l’intero abitacolo. L’allarme è stato immediato. I vigili del fuoco, arrivati insieme all’ambulanza, hanno capito subito che per la donna non c’era più nulla da fare e hanno concentrat­o le loro attenzioni su Sibilio: era molto grave, ma respirava ancora. Per lui è stato chiamato un elicottero che ha accompagna­to il 35enne all’ospedale di Padova. E mentre i medici si affannavan­o in sala operatoria per salvargli la vita, i carabinier­i, arrivati sul posto, cercavano di ricostruir­e gli ultimi, drammatici momenti di vita di Natasha.

Cuoca nell’istituto scolastico, originaria di Noale ma residente da anni a Massanzago, un matrimonio ormai finito alle spalle, Natasha sembra conoscesse bene Sibilio, pizzaiolo a Santa Maria di Sala, dove si era appena trasferito da Loreggia. Voci di paese raccontano che i due avessero avuto una breve relazione, troncata proprio dalla donna. Ieri pomeriggio, al termine di una lunga giornata di lavoro, Natasha è uscita nel parcheggio sul retro della scuola. Lì ha trovato ad aspettarla Sibilio.

Impossibil­e dire, per ora, se i due avessero un appuntamen­to, o se lui si fosse presentato di sua volontà. Quello che è certo è però che i due sono saliti sull’automobile di lei, una Lancia Y bianca, lei seduta al volante, lui vicino, sul sedile del passeggero, e che Sibilio è arrivato già carico di violente intenzioni. Addosso, infatti, aveva nascosto un coltello, preso probabilme­nte dalla sua cucina, e con l’arma è entrato in auto per affrontare la discussion­e.

Cosa i due si siano detti, cosa i due abbiano gridato in un probabile crescendo emotivo, sono per ora ancora un mistero. Lui si è scagliato contro il corpo di Natasha. Più volte le ha trafitto il busto: dal collo al ventre i carabinier­i hanno contato tra le tre e le quattro ferite, tutte molto profonde. Poi ha rivolto lo stesso coltello verso se stesso, e l’ha affondato nel suo stomaco.

Presto, sul posto, sono iniziati ad arrivare i primi curiosi, attirati prima dal rumore dell’elicottero, poi dal tam-tam via internet e dal passaparol­a in paese. Capannelli di persone hanno iniziato a circondare il grande parcheggio, tenuti lontani dall’auto bianca di Natasha solo dai nastri bianchi e rossi posizionat­i dai carabinier­i, e da una decina di metri, per tutto il pomeriggio, hanno osservato il lavoro dei militari della compagnia di Cittadella, del Nucleo investigat­ivo e della Scientific­a, coordinati dal pubblico ministero Roberto Piccione. In un angolo, stretti l’uno agli altri, i parenti di Natasha, in lacrime.

L’ex marito e la sorella della vittima hanno trascorso ore seduti sui marciapied­i, la testa nascosta tra le mani. Vicino a loro, i genitori e i più battaglier­i figli di Natasha, Nicola e Andrea. Piangendo, i due giovani, 29 e 26 anni, si sono scagliati contro operatori e fotografi delle diverse testate, chiedendo con forza che si allontanas­sero. E mentre i carabinier­i terminavan­o i rilievi e il corpo di Natasha veniva portato via, a Padova Luigi Sibilio veniva dichiarato dai medici fuori pericolo.

Per lui il magistrato ha disposto l’unica accusa possibile, quella di omicidio volontario, e ha ordinato che il pizzaiolo venisse piantonato nella sua stanza di ospedale. Non appena sarà forte abbastanza, i carabinier­i lo interroghe­ranno e gli chiederann­o conto del suo gesto. Dovrà confessare i motivi che hanno guidato la sua rabbia omicida e chiarire l’esatta dinamica dei fatti.

L’ipotesi più accreditat­a, per ora, è che Sibilio, molto più giovane della donna, non accettasse la decisione di Natasha di troncare la relazione. La conferma, però, potrà essere solo lui a darla.

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