Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
I no vax: «Meglio abortire» Multe, il primo fu Zanonato: «Tso ai genitori reticenti»
PADOVA Giusto per avere un’idea della pacatezza con la quale i «no vax» hanno accolto il ritorno all’obbligo dei vaccini, basta ascoltare le trasmissioni a tema condotte su Radio Gamma 5 da Ferdinando Donolato, presidente del Coordinamento veneto per la libertà delle vaccinazioni. Quella di ieri mattina ha ospitato l’intervento di una donna incinta che ha detto: «Piuttosto che vaccinare il mio bambino, preferisco abortire». Una deriva pericolosa, che però Donolato appoggia: «Ha ragione, invitiamo tutte le gestanti a interrompere la gravidanza, oppure ad andare all’estero, come molte famiglie stanno facendo. O a imitarci: noi a settembre toglieremo i nostri figli dagli asili, mentre quelli in età da elementari studieranno a casa. E allora vedrete quante scuole chiuderanno».
Una posizione nettamente più forte del semplice «tiriamo dritto, pagheremo le multe» annunciato a caldo dai Comitati nazionali degli antivaccinisti («noi invece faremo ricorso al sindaco», annuncia il responsabile veneto). Un pugno di ferro che spazza via pure l’annunciata scelta del Codacons di «impugnare davanti alla Consulta un provvedimento palesemente incostituzionale, che come tale va annullato». «Valuteremo l’opportunità del ricorso quando il decreto legge sarà convertito in legge — spiega Donolato, che rappresenta migliaia di veneti iscritti al coordinamento, nato nel Vicentino e poi dilagato a Padova, Treviso e Verona — nel frattempo spediremo ai politici materiale scientifico che dimostra gli effetti nocivi dei vaccini. Chi ci governa non sa nulla in materia, tanto è vero che ha reso obbligatorio l’antimeningococco quando nel 2015 su 1815 casi di meningite in Italia 1256 sono risultati da pneumococco, il cui antidoto non risulta però nella lista dei 12 da somministrare tassativamente. E a chi dice che le vaccinazioni salvano milioni di vite replico: nel 1872 in Germania il vaiolo uccise 70mila persone, nonostante il 95% della popolazione fosse vaccinata». I no vax non credono nemmeno nelle epidemie, come quella di morbillo che in Italia dal primo gennaio al 14 maggio ha colpito 2395 persone, 197 delle quali sono operatori sanitari. «Non esistono», taglia corto Donolato, che poi ricorda: «Prima della sospensione dell’obbligo vaccinale, sancito dalla Regione a partire dal 2008, l’unico sindaco a sanzionare i genitori inadempienti era Flavio Zanonato, allora a capo della giunta di Padova. Abbiamo tutti preso multe da 200/250 euro, ma ce ne siamo ricordati in cabina elettorale».
«E’ vero — conferma Zanonato, oggi europarlamentare del Pd – l’unico modo per obbligare i reticenti a immunizzare i figli era disporre il Tso (trattamento sanitario obbligatorio, ndr), e io ne ho firmati diversi. Ho sempre creduto in questa forma di prevenzione, la scienza dimostra che ha salvato e salva centinaia di milioni di vite, anche se in qualche caso non escludo effetti collaterali. Ma il beneficio per la collettività è immensamente maggiore. I vaccini sono una tutela per se stessi e per gli alti».
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