Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Le centomila di Nani La Bottecchia pagò centomila lire Pinarello per non correre il Giro Lui aprì la sua bottega
così poco competitivo ma ha capito che arrivare ultimo è molto più remunerativo che arrivare, per esempio, quarantesimo. Nel Giro vinto da Fiorenzo Magni arriva regolarmente ultimo e si aggiudica i premi dovuti a chi chiude la classifica generale. L’anno dopo la Bottecchia gli darà centomila lire per lasciare il posto al Giro a Pasqualino Fornara: Nani intasca la ricompensa, sterza al ciglio una Giovanni Pinarello in maglia nera nel 1951, quando concluse il Giro d’Italia all’ultimo posto volta per tutte e usa quella somma per mettere su la bottega di cicli che, nei decenni successivi, diventerà leader mondiale nella realizzazione di bici da corsa.
L’ultima mitologica figura con la maglia nera addosso, forse la meno conosciuta ai più ma dalla storia incredibile, è il vicentino Sante Carolo, di Montecchio Precalcino. A 25 anni Carolo, che correva per passione ma che per mestiere faceva il muratore, viene chiamato dalla Wilier all’ultimo minuto utile per sostituire Magni, ammalato. Viene registrato in corsa, per errore, come «Carollo» e prende il via con il gruppo. Becca subito un’ora di distacco dal primo alla tappa d’apertura e l’andazzo, grosso modo, è quello anche nelle frazioni successive. Carolo — o Carollo — proprio non ce la fa a tenere il ritmo e arriva regolarmente dopo la spesa pane, come si dice in gergo. Diventa però immediatamente celebre, i cronisti godono nel tratteggiare articoli su di lui e sulla sua figura da «ultimo degli ultimi». Ultimo ma non sprovveduto, Sante, perché in atto c’è un’autentica guerra di nervi con Malabrocca, che vuole portarsi a casa la terza maglia nera. Alla fine, tra appiattamenti in silos o nei fossi, lotta sul filo del tempo massimo e altre astuzie, il vicentino riesce a centrare l’obiettivo. E fu anche l’unico, perché tornò subito al suo mestiere dopo l’inatteso quarto d’ora di notorietà.