Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Vaccini agli ospiti delle case di riposo «All’ingresso si chieda il certificato»
Raccomandazione all’Oms degli scienziati riuniti a San Servolo
VENEZIA Nel giorno in cui in Italia un altro camice bianco dopo il trevigiano Roberto Gava è stato radiato dall’Ordine del Medici (stavolta di Milano) con l’accusa di essere un no vax — parliamo dell’ematologo Dario Miedico —, la comunità scientifica internazionale torna a parlare di vaccinazioni. E lo fa in Veneto, con una conferenza organizzata dal Consiglio interdisciplinare europeo sull’invecchiamento della popolazione (EICA) e dalla Venice International University, che raggruppa 17 Atenei di 11 Paesi (tra cui Ca’ Foscari, Iuav e Università di Padova) e che ieri, oggi e domani riunisce sull’isola di San Servolo un centinaio tra i maggiori esperti europei e mondiali. «Il messaggio da lanciare è che oltre ai bambini dobbiamo vaccinare gli anziani — ha annunciato la professoressa Stefania Maggi, presidente della Società europea di Geriatria e ricercatrice dell’Istituto di neuroscienza dell’invecchiamento del Cnr di Padova —. Le malattie infettive sono prevenibili pure nella terza età: l’influenza provoca tra 20mila e 40mila morti all’anno, l’80% dei quali sono anziani. L’Italia poi conta il maggior numero di casi di tetano: 59 sui 200 registrati ogni dodici mesi in Europa, con il 45% di decessi. Un’alta mortalità negli anziani è legata anche al pneumococco e inoltre c’è l’Herpes Zoster (il fuoco di Sant’Antonio, ndr), che oltre a inficiare la qualità della vita del pazienti nel 25%-30% dei casi degenera nella nevralgia post herpetica, molto difficile da controllare con i farmaci e fonte di danni permanenti». Eppure, mentre nel Nord Europa si vaccina il 75% degli over 65, in Italia la percentuale si abbassa al 60%.
Da qui la proposta innovativa della Maggi: «Nel corso del convegno produrremo una serie di raccomandazioni scritte da indirizzare all’Organizzazione mondiale della Sanità. Una riguarderà le case di riposo: consiglieremo caldamente di chiedere a ciascun ospite in ingresso il certificato vaccinale e l’impegno di aggiornarlo. Parliamo infatti di comunità che accolgono pure disabili, maggiormente esposti alle infezioni. Noi scienziati faremo la nostra parte sforzandoci di migliorare i vaccini, con adiuvanti che lo rendano efficaci anche sugli over 85enni». «Sarebbe importante richiedere il certificato vaccinale nelle case di riposo — conviene il professor Giovanni Rezza, dell’Istituto superiore di Sanità — soprattutto per scongiurare epidemie d’influenza. Una delle infezioni per le quali è previsto il vaccino negli anziani, come contro il pneumococco e l’Herpes Zoster: sono tutti gratuiti, perché inseriti nei Livelli essenziali di assistenza. E’ altrettanto importante per gli adulti sottoporsi ai richiami dell’antitetanica (il tetano si riscontra soprattutto nelle donne anziane, poiché a suo tempo i coetanei maschi furono vaccinati per il servizio di leva, ndr) e assumere il siero contro il morbillo». Malattia che da gennaio nel nostro Paese conta già 2581 contagiati, 251 dei quali sono operatori sanitari. Nel Veneto, che segnala 144 pazienti, la copertura nella fascia d’età 2-18 anni è del 92,6%. Per quanto riguarda l’influenza, sono stati immunizzati 774.409 veneti, di cui 612.283 (il 79%) sono over 65, nei quali infatti l’incidenza della patologia è stata la più bassa riscontrata. Sul fronte pneumococco, l’adesione è al 40%, indice considerato alto perché il relativo siero è stato inserito per la prima volta nel Piano nazionale vaccini 2017/2019.
Gli sforzi degli scienziati e del ministero della Salute, che ha appena reso obbligatorio il certificato vaccinale da zero a 16 anni, devono però fare i conti con il dilagare dei movimenti no vax. «La prima arma è la corretta informazione sui benefici dei vaccini e sui danni delle malattie che possono evitare — dice la professoressa Maggi — in questa battaglia è fondamentale la figura del medico di famiglia. Bisogna prendere una posizione forte e spazzare via i dubbi su sicurezza ed efficacia dei vaccini, inculcati dagli antivaccinisti».