Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Abuso d’ufficio e tentata concussione: assolto
Agordo, il primario di Ortopedia Scorrano era accusato di saltare le liste d’attesa
BELLUNO Il primario di Ortopedia all’ospedale di Agordo, Alberto Scorrano, assolto perché il «fatto non sussiste» dalle accuse di abuso d’ufficio e di tentata concussione. «Il medico non era un pubblico ufficiale, va assolto» ha letto dal dispositivo la presidente del Tribunale, Antonella Coniglio, che presiedeva il collegio giudicante costituito da Elisabetta Scolozzi e Cristina Cittolin.
Rispondeva di abuso d’ufficio e tentata concussione per induzione il primario dell’Unità operativa di ortopedia dell’ospedale di Agordo Alberto Scorrano (avvocati Maurizio Paniz e Anna Casciarri), residente a Belluno, ma originario di Casal Velino nel Salernitano, 62 anni.
Il procuratore Francesco Saverio Pavone chiuse le indagini a suo carico accusandolo di aver visitato pazienti provenienti dalla Campania) e da tutto il Veneto chiedendo una mancia per operare prima, saltando le liste d’attesa. Durante l’istruttoria fu accusato anche dal padre di un paziente: «Chiese dai 2 ai 3 mila euro per visitare mio figlio che si era lesionato il menisco, andai alla Direzione medica per le spiegazioni» riferì Silvano Menegaldo di Spresiano, raccontando cosa gli era capitato l’8 e il 13 novembre 2013, quando suo figlio, un calciatore all’epoca 16enne dell’Asd Lovispresiano, s’infortunò in campo.
«Il nostro medico sportivo ci disse che ad Agordo c’era un primario bravissimo, ci disse di andare là. Dopo la prima visita, per la quale pagai 102 euro di ticket, ci spiegò (dopo avermi domandato che lavoro facevo ed ero disoccupato) che con 2-3 mila euro avrebbe operato il menisco a mio figlio».
Durante il processo hanno testimoniato in tanti. Come un calciatore salernitano che ha spiegato come il dottor Scorrano lo visitò nella casa materna a Casal Velino, gratuitamente, fissandogli poi la data dell’operazione ad Agordo. Il ragazzo, sentendosi in dovere di lasciargli qualcosa, gli mise in mano 50 euro. Situazione che tra l’agosto 2012 e il dicembre 2013, successe altre undici volte.
Tutto normale, secondo il collegio, dal momento che le contestazioni mosse a Scorrano implicavano la condizione imprescindibile che a commettere quei reati fosse un pubblico ufficiale. E il primario non lo era.
Il punto Il medico «salvo» per non essere un pubblico ufficiale