Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
VIAGGIO VERSO IL VOTO NELLA BABELE DEI PARTITI
Sinistra contro Pd, Forza Italia contro Lega: centrodestra e centrosinistra non esistono più e nei Comuni, come a Roma, dalla frantumazione nascono nuove alchimie. Tipo «i responsabili»
Sinistra contro Partito democratico, Forza Italia contro Lega: nei Comuni al voto centrodestra e centrosinistra non esistono più. E nascono nuove alchimie.
In principio fu «l’inciucio». Poi è diventato «il Patto del Nazareno». Ora è à la page parlare di «macronismo». Sulla scheda elettorale si legge «caos totale»: chi deve stare di qua, sta di là, il centrodestra si mescola al centrosinistra (e in ogni caso entrambi sono via via sempre più centro e meno destra o sinistra), le ideologie sono morte e il popolo elettore, dopo vent’anni di maggioritario, va in confusione. Altro che il Gaber di «Destra-Sinistra». Il caso più eclatante è sicuramente quello di Jesolo, dove «dopo 5 anni di buongoverno», così la spiegano i diretti interessati, il sindaco Valerio Zoggia si ripresenta come alfiere delle larghe intese Forza Italia-Pd, ma il capolavoro lo fa Davide Codello, candidato nel piccolo Comune trevigiano di Cessalto che riesce ad aggiungere al gruppo pure la Lega Nord, coprendo così praticamente l’intero arco costituzionale (la lista, non a caso, si chiama «Unire Cessalto»: più di così…). Intanto a Padova la sinistra del professore Umberto Lorenzoni si sgancia in polemica col Pd che si è rifiutato di fare le primarie e corre contro l’imprenditore Sergio Giordani, sostenuto dai dem rapidi a recuperare a destra gli artefici della caduta di Bitonci, da Maurizio Saia agli ex forzisti. A Verona i fratelli Giorgetti, uomini forti di Fini prima e Berlusconi poi all’ombra dell’Arena, offesi per la sconfessione della candidatura di Alberto, sostengono (ancora?) la fidanzata di Tosi Patrizia Bisinella contro il candidato di Forza Italia e della Lega Federico Sboarina, mentre il Pd, che stavolta si era prestato alle primarie, mette in campo Orietta Salemi contro il suo ex capogruppo Michele Bertucco, spostatosi nel frattempo più a sinistra. Non ci capite più niente? Non è finita. A Belluno il Pd schiera Paolo Bello contro il sindaco uscente Jacopo Massaro, che era del Pd e quanto meno può ancora dirsi di centrosinistra, mentre Forza Italia sostiene Paolo Gamba (ma senza il simbolo, in forma «civica») e la Lega manda in pista Franco Gidoni, dovendo però pure fare i conti con l’indipendentista Franco Roccon.
Ora, è vero che le elezioni Comunali sono da sempre il laboratorio ideale per tentare nuove alchimie, influenzate come sono dalle storie personali dei candidati e da vicende amministrative iperlocali, e però complice quel che sta accadendo a livello nazionale ormai gli schieramenti tradizionali sono andati in frantumi e vanno coagulandosi nuovi ircocervi elettorali. Come conferma Gianantonio Da Re, segretario della Lega Nord: «Negli ultimi vent’anni i partiti sono stati legati a figure carismatiche e quando queste so-
Inizia oggi, con questo articolo sulla disgregazione degli schieramenti di centrodestra e centrosinistra, l’approfondimento a puntate del Corriere del Veneto dedicato alle elezioni amministrative del prossimo 11 giugno. Ai viaggi nelle principali città al voto, alla scoperta dei candidati, delle curiosità dei programmi e della campagna elettorale, si aggiungeranno alcuni focus che mirano ad intercettare i cambiamenti in atto nel quadro politico della nostra regione, trasversalmente ai singoli Comuni. Uno strumento in più per arrivare «preparati» all’appuntamento con il voto. no venute a mancare, i partiti sono spariti. Pensiamo ad An con Fini, all’Udc con Casini, all’Idv con Di Pietro e pure noi, con Bossi, stavamo rischiando grosso. Forza Italia vive una fase di appannamento con Berlusconi e tutto questo produce indicazioni confuse, guerre per bande, la mancata presa delle segreterie, dove ancora esistono. Quel che è accaduto a Padova con la caduta di Bitonci è emblematico. Io considero Forza Italia il nostro alleato naturale ma lo stesso vale per loro? In molti Comuni non è così, siamo al liberi tutti». Adriano Paroli, commissario mandato da Berlusconi a normalizzare Forza Italia proprio dopo «il tradimento di Padova», ha una serena spiegazione per ogni anomalia: Padova? «Una situazione imbarazzante ma chi ha tradito è stato cacciato e chi ora si trova dalla parte opposta a noi è evidente che non è di Forza Italia». Verona? «Avevamo un nostro candidato, la Lega uno suo, alla fine abbiamo deciso di fare tutti un passo indietro e convergere su una figura di mediazione. I Giorgetti? Ciascuno si assumerà le proprie responsabilità». Belluno? «Abbiamo valorizzato l’esperienza civica ma con la Lega ci rincontreremo al ballottaggio». Jesolo? «Eh, lì si veniva da 5 anni di buon governo, un’esperienza consolidata che ha l’appoggio dell’intero partito locale». Insomma, tutto normale per Paroli, che assicura: «Saremo sempre alternativi al Pd» ma poi avverte: «A livello nazionale abbiamo di fronte i Cinque Stelle, ormai al 30%, e credo sia bene che tutte le altre forze, con senso di responsabilità, si interroghino sulla possibile alternativa di governo».
«Responsabilità» è la parola chiave anche per Alessandro Bisatto, da poco segretario del Pd: «La distinzione tra centrodestra e centrosinistra sta venendo meno, piuttosto dividerei il quadro politico tra chi vuol stare dalla parte della responsabilità e trovare soluzioni ai problemi dei cittadini, e qui vedo molte anime diverse, e chi invece sta dalla parte della paura e della pancia, e mi riferisco ai Cinque Stelle e alla Lega». La sinistra da che parte sta? «Io spero scelga la responsabilità e voglia lavorare per l’unità, ogni divisione lascia campo libero alla rabbia». Ma non sarà unità a qualunque costo: «Pensiamo alle primarie: per me non sono un totem irrinunciabile, se le si vuol fare solo per avere visibilità, per coltivare una leadership con la certezza che poi chi verrà sconfitto prenderà comunque la sua strada, mi spiace ma se ne può fare tranquillamente a meno». Come in effetti è accaduto a Padova. Vorranno entrare pure gli alfieri della sinistra nel «club dei responsabili»? «Noi siamo responsabilissimi – chiosa Piero Ruzzante di Art.1-Mdp – ma non ci stiamo a che centrosinistra e centrodestra diventino la stessa cosa, come sta avvenendo. Esistono storie, ideali e valori diversi ed è sbagliato inseguire la pancia dell’elettorato o peggio il centrodestra. Per me la differenza sul piano politico resta abissale e continuerò a lottare contro ogni omologazione. Spero se ne accorga anche il Pd, che dagli iscritti al referendum qualche segnale l’ha ricevuto negli ultimi tempi…».
na parte dell’orchestra, tra cui gli oltre 30 archi, e si aggiungerà un coro di sessanta elementi e la Magical Mystery Orchestra al Gran Completo. «Rifaremo ‘Sgt. Pepper” senza interruzione, introducendo, come è avvenuto nella riedizione dell’album, anche i singoli Penny Lane e Strawberry fields forever - entra nei dettagli il musicista – oltre agli archi dell’orchestra, in base ai vari brani ci saranno gli interventi di diversi strumenti, ad esempio i clarinetti su When i’m sixty-four e continuo a sognare il crescendo di tutta l’orchestra su A day in the life: spero si possa realizzare». A introdurre l’esecuzione di «Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band» di cui proprio ieri è uscita la riedizione e un cofanetto «50th Anniversary» con remix e chicche per collezionisti, sarà l’attore Fabrizio Bentivoglio che reciterà un testo del critico musicale Giò Alajmo.
Il concerto del primo luglio si chiuderà con l’omaggio ad un altro cinquantennale. «Ci è sembrato giusto omaggiare anche “Magical Mystery Tour”, che è sempre del ‘67, finendo il concerto con Hello, goodbye, I am the walrus e The fool on the hill – chiude De Fanti – sono orgoglioso di questo progetto perché fra mille anni rimarranno Mozart, Puccini, Beethoven e i Beatles». Per prepararsi all’evento, dal 30 maggio al 2 giugno, si potrà andare al cinema e vedere il documentario The Beatles: Sgt. Pepper and beyond (www.thebeatlesilfilm.it).