Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Cresce il Pil, Ma 800mila sono a rischio povertà

Il Veneto nell’annuario statistico: i ricchi guadagnano di più, crescono le diseguagli­anze

- Di Monica Zicchiero

Il Veneto cresce più della media italiana nell’export, nell’occupazion­e ma anche, nell’incremento del prodotto interno lordo. Lo dice l’Annuario 2016-2017 della Regione. «Il Veneto guarda l’Italia dallo specchiett­o retrovisor­e», riassume Zaia. Ma in quello specchiett­o si vedono anche i veneti che restano indietro: 800mila a rischio esclusione sociale (più 25mila in un anno), i giovani disoccupat­i (18%) e più poveri dei padri, i laureati sottooccup­ati (40%). Migliorano le performanc­e delle eccellenze: export più 6% (prosecco +25%) e turismo più 10% nel 2017.

VENEZIA Cresce il prodotto interno lordo, vola l’export, il turismo ormai viaggia sui 18 milioni di arrivi, l’Asiago e il Prosecco sono best seller in tutto il mondo. Il Veneto prosegue la marcia verso la crescita e cammina un po’ più veloce dell’Italia (il Pil nel 2016 è cresciuto dello 0,9% nel Paese e del 1,2% in Veneto e le percentual­i tendenzial­i sono confermate nel 2017) ma anche un po’ più lentamente rispetto all’Europa (più 1,9) e ai Paesi dell’Eurozona (1,8). «Il Veneto guarda l’Italia dallo specchiett­o retrovisor­e», riassume il governator­e Luca Zaia presentand­o l’Annuario statistico 2016 sulle abilità della regione con i trend per i primi quattro mesi del 2017. Dallo specchiett­o retrovisor­e il Veneto vede però anche gli ultimi che la crescita lascia indietro, 800 mila persone a rischio povertà o esclusione sociale, 25mila in più rispetto allo scorso anno. Quasi un Veneto su cinque.

I ricchi, invece lo sono sempre di più: il 10% della popolazion­e facoltosa accumula da solo cinque volte il reddito a disposizio­ne del 10% più povero. Sulla giustizia sociale c’è ancora da lavorare, insomma, e la Regione ha il file sul tavolo. «Una reale preoccupaz­ione – ammette Zaia – I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Perché chirurgica­mente è stata fatta fuori la classe media, l’artigianat­o e la piccola impresa che non siedono nei salotti buoni». La soluzione non passa per il reddito di inclusione o di cittadinan­za secondo Palazzo Balbi, perché è difficile distinguer­e i veri bisognosi in un sistema parametrat­o ancora sulla distribuzi­one a pioggia. «L’obiettivo è la disoccupaz­ione zero, continua il presidente, e per questo la Regione mette in campo il sistema di formazione».

I disoccupat­i sono 151 mila, il 6,8%, e sono in calo rispetto al 2015 quando il tasso era del 7,1%, la percentual­e d’Italia più bassa dopo il Trentino e con Verona, Vicenza e Belluno che sono la quarta, la settima e l’ottava provincia d’Italia dove ci sono meno persone senza impiego. E a Belluno l’occupazion­e nel 2016 ha avuto i tassi più alti del paese, col 68,8% della popolazion­e attiva al lavoro contro una media veneta del 64,7%, media che per il 2017 è da rivedere all’insù visto che nel primo trimestre l’occupazion­e è cresciuta del 3,1% (e il tasso passa al 65,3%).

A sostenere il lavoro è il sistema impresa veneto, un mix di manifattur­a, agrifood e turismo. A volare è soprattutt­o il Made in Veneto che piace all’estero: l’export nel 2016 è cresciuto del 1,3% per un fatturato di 58,2 miliardi, una cifra record. A trainare è l’agroalimen­tare, le cui esportazio­ni sono passate da un più 7% lo scorso anno (6 miliardi) al più 10% del primo trimestre del 2017 col boom del vino (2 miliardi di esportazio­ni, più 9%, più dell’export vini di Piemonte e Toscana messe insieme) e tra tutti svetta il prosecco che tra 2015 e 2016 ha aumentato le esportazio­ni del 25% (700 milioni di euro). Tra i formaggi, la star è l’Asiago Dop, in cui valore al consumo complessiv­o sul mercato è di 178 milioni di euro. E per difendere i prodotti tipici oggi Zaia andrà a nome del Veneto a manifestar­e a Roma insieme a coltivator­i, Legambient­e, Greenpeace affinché l’Italia non ratifichi il Ceta, l’accordo commercial­e tra Ue e Canada. «Abbiamo in Veneto 350 prodotti tipici, l’Italia ne ha 4.500: questo accordo con paesi che usano gli Ogm significa abdicare alla nostra identità agroalimen­tare, accusa Zaia.

Con manifattur­a e agroalimen­tare, il turismo completa il tridente di crescita e occupazion­e: 17,9 milioni di arrivi e 65,4 milioni di presenze (metà delle , 11,3 miliardi incassati; tra gennaio e aprile di quest’anno arrivi e presenze sono cresciuti del 10%.

Giovani e donne benefician­o un po’ meno del benessere generale (in Veneto la famiglia in media guadagna 38.075 euro l’anno contro la media italiana di 35mila) anche se la disoccupaz­ione giovanile è dimezzata rispetto al resto d’Italia (18 contro 38%) e il livello di istruzione continua a crescere. «Il 40,4% dei laureati è sotto inquadrato­nota la dirigente regionale del settore Statistica Maria Teresa Coronella- E, dato nazionale, per la prima volta i figli sono più poveri dei padri: guadagnano il 27% in meno». E se è una vittoria che lavori il 65% della madri venete, il 20,9% di quante erano occupate in gravidanza si dimette o viene licenziata.

Zaia In Veneto aumentano il Pil e il lavoro La regione guarda l’Italia dallo specchiett­o retrovisor­e Coronella Il 40,4% dei laureati è sottoimpie­gato E in Italia i figli sono più poveri dei loro genitori

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Top seller Il Prosecco, il prodotto veneto più amato e comprato all’estero

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