Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Bivacchi di profughi, tensione Comune-prefetto
Il vicesindaco Grigoletto: «Tenuti all’oscuro sui senzatetto, non possiamo intervenire». Tafferugli a Sant’Andrea
TREVISO Due sono i fronti di preoccupazione in ambito di profughi e richiedenti asilo a Treviso, oltre ai numeri dell’accoglienza che continuano a crescere e a riempire ex caserme e strutture straordinarie. Uno è dettato dalle conseguenze dell’ottenimento dello status, che in molti casi trasforma i migranti in senza tetto, persone senza risorse né sostegno che trovano riparo nei luoghi più diversi per tirare a campare. L’altro è quello delle difficoltà di integrazione che creano anfratti di poca sicurezza in centro storico, fra risse e tensioni che scoppiano in gruppi più o meno numerosi di stranieri, come quella di lunedì fra Sant’Andrea e i giardini di via Toniolo che ha richiesto l’intervento di tre pattuglie della polizia locale e il supporto della questura.
La vera emergenza è la seconda accoglienza, dei nuovi senzatetto. Cacciati venerdì scorso dal parcheggio dell’Appiani, i profughi sono ritornati a dormire in quel posto che ormai chiamano casa. Li hanno rivisti anche ieri, dietro alla questura. Il Comune, che li aveva sgomberati pochi giorni fa, tornerà per farli spostare di nuovo ma non basterà a risolvere il problema. Il vicesindaco Roberto Grigoletto fa un affondo diretto alla Prefettura: «Da tempo chiediamo che ci fornisca i dati del trend di uscita dai percorsi di accoglienza, per sapere come gestire il fenomeno – afferma -. La Prefettura non può riempire la caserma Serena e poi, dopo l’ottenimento degli status, farlo diventare affare del Comune. Queste persone bivaccano dove trovano e anche se non accederanno ai bandi per la casa hanno bisogno di essere aiutate. Ho istituito il tavolo della povertà con Caritas, parrocchie e associazioni, stiamo ragionando sulla seconda accoglienza e c’è disponibilità a dare risposte, ma dobbiamo prima capire quali sono i numeri. La Prefettura non può solo scaricare sul territorio. Torniamo a ribadire necessità del rispetto della clausola di salvaguardia». Clausola di salvaguardia vuol dire stop agli arrivi, ma i numeri crescono. E Mario Conte, capogruppo della Lega, punta il dito: «Questa situazione è insostenibile. In questa Europa chi ottiene lo status finisce in mezzo a una strada senza futuro, non essendo più fonte di guadagno per le cooperative. E finisce a dormire in un parcheggio o sopra un marciapiede».
Lunedì intanto, intorno alle 17 una ventina di richiedenti asilo e profughi hanno creato problemi lungo la scalinata che porta alla chiesa. Erano ubriachi e molesti, due minacciavano di prendersi a botte. Nove sono stati identificati, alcuni sanzionati per abuso di alcolici. «Gli operatori di strada e i volontari del Radioclub che lavorano con i migranti nei luoghi pubblici non possono essere messi a rischio ogni volta che li incontrano – accusa Petra De Zanet, consigliera comunale -. Questore e prefetto vengano in città nel tardo pomeriggio e di sera per rendersi conto di cosa succede».
Da tempo chiediamo i numeri di coloro che hanno lasciato le caserme Un’ente come la Prefettura non può scaricare tutto sul territorio