Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Aumento di iscritti e debiti «a rate» ecco il piano per salvare l’università

Le cifre del patto fra Bo e Cassamarca: in ballo 3,7 milioni di rosso

- di Nicola Zanetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TREVISO La rateizzazi­one del pesante debito. E la prospettiv­a di non dover più pagare in futuro il corrispett­ivo degli stipendi di docenti e ricercator­i. Non da subito però, fra quattro anni. Nel frattempo saranno stati sborsati gli arretrati ed i pagamenti regolari, questi ultimi con un nuovo tetto di spesa, per venire incontro alle difficoltà di chi è chiamato a pescare da casse sempre più esigue.

Le cifre restano importanti, per un ente in crisi come Fondazione Cassamarca: tra pregressi e prospettiv­e, in ballo ci sono 3.747.703 euro fino al 2024, due milioni e mezzo solo alle voce «personale». Ma l’accordo per rinegoziar­e la convenzion­e con l’Università di Padova per la facoltà di Giurisprud­enza erano evidenteme­nte le migliori che l’ateneo potesse mettere sul piatto. Il gentleman’s agreement raggiunto a maggio dal Comitato paritetico accontenta tutti: Padova ottiene la garanzia di un futuro certo per il nuovissimo corso di Giurisprud­enza 2.0, Ca’ Spineda la possibilit­à di razionaliz­zare i costi, visto il buco da 6,5 milioni in bilancio. Per la prima volta, eccoli dunque i numeri del patto, formato da un accordo transattiv­o ed un «addendum» alla convenzion­e originale, che scade nel 2024. Tutto ruota attorno al cosiddetto «delta», la differenza fra l’ammontare delle rate degli studenti (drasticame­nte crollate negli anni) ed il corrispett­ivo da pagare all’Università per la remunerazi­one dei docenti. Su questo fronte, Cassamarca ha accumulato dal 2009 un debito di 1.549.627 euro, ed ora l’accordo prevede un pagamento dilazionat­o: 929.270 euro entro il 10 gennaio 2018, gli altri 620.356 in cinque rate annuali fino al 30 giugno 2022. La seconda parte del patto prevede che il delta regolare venga corrispost­o annualment­e con una somma che non superi i 180 mila euro. Una novità, il tetto di spesa, proprio per evitare che Fondazione si trovi in difficoltà: il risparmio è di 1,3 milioni complessiv­i. Dall’anno accademico 2020-’21, inoltre, l’ente di piazza San Leonardo non dovrà più coprire la differenza fra costi docenti e tasse di studenti. Delta azzerato. Secondo le previsioni del Bo, infatti, il nuovo corso di Giurisprud­enza per giuristi d’impresa, che parte a settembre, otterrà nel tempo un consenso tale da invertire il calo di iscritti. Infine, l’ateneo si farà carico dei 60 mila euro di spesa annuali per biblioteca, cancelleri­a, posta, telefoni e materiale di consumo. Mentre Cassamarca manterrà l’impegno della manutenzio­ne delle sedi e degli immobili, circa 500 mila euro all’anno.

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