Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Voto sul trasloco di Sappada in Friuli In calendario al Senato a sorpresa
Il dietrofront di ieri Fino a sera «secessione» sparita, poi dure proteste e la decisione dell'Aula
SAPPADA A Palazzo Madama ieri la questione-Sappada è uscita dalla porta per rientrare dalla finestra. La Conferenza dei capogruppo avrebbe dovuto calendarizzare la discussione e la votazione sul passaggio amministrativo di Sappada al Friuli Venezia Giulia. Invece, nel pomeriggio, la questione era scomparsa dal radar del Senato.
Di qui l’ira pomeridiana del senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli. «I sappadini ancora una volta presi in giro - si leggeva in una nota - Un rinvio sconcertante: non ci sono più parole per commentare il comportamento del partito di maggioranza (il Pd, Ndr)». Pesante anche l’intervento della senatrice Raffaela Bellot di Fare! a tuonare: «Nel calendario dei lavori d’aula non c’è traccia della discussione. È l’ennesimo tentativo del governo di far scivolare la trattazione in quel limbo di oblio in cui giace già da più di un anno. Non posso che biasimare il governo».
Verso sera, però, colpo di scena: la Bellot ha reso noto che, dopo il suo intervento, il presidente del Senato, Pietro Grasso «ha messo ai voti la richiesta di ricalendarizzare il caso-Sappada e l’Aula ha detto sì (118 voti contro 90, Ndr). Il provvedimento sarà discusso subito dopo la chiusura o il ritiro di quello sull’Antimafia».
Ma quando la questione sarà trattata? «Nei prossimi giorni» spiega Piccoli. Sempre secondo il senatore di forza Italia «quello lanciato da molte forze politiche è un chiaro segnale al Pd e al governo. Non siamo disposti a scherzare su una questione importante per i nostri territori e che ha enormi implicazioni nel rapporto fra Regioni». Dopo il sì bulgaro al referendum popolare del marzo 2008, le carte nelle sabbie mobili delle commissioni del Senato. I sappadini si attendono un sì o no. (MdF)